Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Tipologia: Studi
El léxico de una pasión: Medea
Analisi del procedimento seguito nelle scelte lessicali, chiave di definizione della Medea senecana, che la distinguono dalle altre versioni del mito
Médée et les mères en deuil: échos, renvois, symétries dans le théâtre de Sénèque
Il fenomeno di “corrispondenze simmetriche” o i “duali” caratterizza l’universo tragico senecano e trova nella Medea una applicazione privilegiata, toccando sia il dialogo sia la scena, l’azione o l’insieme delle opere tragiche; esso si manifesta attraverso la simmetria, l’inverso, la ripetizione o l’amplificazione
Catulo y la organización de los coros de la «Medea» de Séneca
Presentazione dei cori della Medea; analisi dell’influenza su di essi di Catullo, con particolare attenzione al carm. 64
Medea en la tragedia de Séneca
Il teatro è concepito da Seneca come strumento di influenza socio-politica; MED è una vera e propria lezione sull’ira
Medea in Seneca: il logos del furor
Confronto oppositivo tra la Medea di Seneca e quella di Euripide, di Ennio e di Ovidio; a Medea Seneca affida la più compiuta attuazione del rovesciamento della magnitudo animi in inmanitas
La Medea di Seneca come fabula dell’inversione
Una ipotesi di lettura: lo “stile filosofico” del drammatico Seneca
In MED Seneca diventa filosofo teoretico: inserisce le vicende esistenziali dei suoi personaggi in una cornice di respiro cosmico, creando uno stretto legame tra leggi cosmiche ed etiche; perciò questa tragedia può essere considerata una organica meditazione sulle capacità di male che l’uomo possiede, in potenza o in atto
«Medea nunc sum»: il destino nel nome
Esame delle implicazioni tragiche e narrative del nome di Medea; la coazione del personaggio ad agire in modo coerente con il suo mito; Medea come Bildungsroman dello scelus; psicopatologia di Medea
Seneca in Plinio, Dione, S. Agostino
L’analisi dell’a. conferma l’ipotesi secondo la quale Plinio sia la fonte ostile a Seneca impiegata da Dione Cassio: per entrambi l’inadeguatezza di Seneca dipende non tanto dal suo Stoicismo, quanto piuttosto dal fatto che non avrebbe seguito i precetti filosofici da lui professati. Una critica che riprende Agostino, per il quale la sua incoerenza sarebbe dovuta alla sua posizione politica, che gli imponeva culti e comportamenti distanti dalla sua posizione
Catone e un’eco ovidiana (met. VIII, 185 s.) in Seneca (prov. 2, 10)
A partire da Renata Roncali (1997, 181), l’a. si sofferma su met. VIII 183 ss., in cui Minosse è presentato come signore assoluto che impedisce all’artifex esule di tornare ad Atene. Il confronto tra la variante attestata in clausola al v. 186 et licet armis e PRV 2, 9-10, in cui Seneca rappresenta Catone l’Uticense che esprime il suo rifiuto del compromesso col despota, nonché con PRV 5,10-11, dove Seneca ricorda il racconto ovidiano di Fetonte introducendo una variante non attestata altrove, inducono l’a. a sostenere la variante e a concludere che dietro la figura antitirannica di Dedalo si intravede un’allusione a Catone l’Uticense