Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Tipologia: Studi
Le relazioni del dono. Chiavi di lettura recenti di un classico dell’antropologia
analisi del possibile influsso esercitato sul Saggio sul dono di M.Mauss da parte della digressione sulle Grazie contenuta in BNF
Sèneca a Claudià (Prefaci segon al De raptu Proserpinae)
Mit o wojnie Trojanskiej w “Trojankach” Eurypidesa i Seneki
parallelo tra TRD ed Eur. Tr.: nella tragedia greca la crudeltà è colpa tutta umana dei vincitori, mentre in S. è attribuita piuttosto al fato
Seneca tragico: le architetture del chaos
L’immagine del chaos è vista da S. come un’icona del nefas; con il progredire della sua abilità drammaturgica si instaura una proporzionalità paradossale fra l’oggetto distruttivo del messaggio e la perfetta architettura drammaturgico-stilistica; il chaos si presenta come un anticosmos rigoroso e coerente dove ogni elemento si intreccia coerentemente agli altri; il primo canto del coro assume la funzione di argine insufficiente contro il chaos
Virtualités dramatiques d’un banquet effroyable: Thyeste dans la tragédie romaine
L’A. si concentra sulla tradizione tragica latina, in particolare sui frammenti dell’Atreus di Accio e sul THS di S.: entrambe le opere, simili per struttura e sviluppo, fanno del banchetto il reale soggetto tragico del dramma. In Accio il banchetto è presente in maniera allusiva in tutta la tragedia: nel prologo, nelle parole del messo che narra l’allestimento della cena, nel canto del coro che si stupisce del tuono, nella gioia di Atreo mentre rivela a Tieste la natura del pasto, nel dialogo tra i due fratelli. In S. l’allusione emerge nel prologo di Tantalo e nell’intervento del coro, nelle parole di Atreo che elabora la vendetta, nell’evocazione del messaggero e del coro in forma dialogica, e in maniera visuale grazie a Tieste, quando prende coscienza della natura del festino
Le banquet tragique: le renouvellement du thème dans le Thyeste de Sénèque
Il banchetto messo in scena da S. vede lo scontro frontale Atreo-Tieste e si conclude con la vittoria del primo: Atreo è caratterizzato da una virilità attiva, vincitrice, opposta alla femminilità passiva di Tieste (che non è migliore del fratello ma debole e sofferente); inoltre si possono riconoscere qui le quattro passioni stoiche: l’ira e il piacere nel personaggio di Atreo, la paura e la sofferenza nella figura di Tieste. Si può anche interpretare la tragedia da un punto di vista politico: la capacità del tiranno assoluto di distruggere le vittime trasformandole in esseri sottomessi. Infine l’A. avanza l’ipotesi che S., scoprendo in Tieste il suo “doppio”, cerchi di distaccarsene esorcizzandolo
La météorologie dans les “Questions naturelles” de Sénèque
Indagine sulle NTR nella loro struttura composita e nei rapporti con la filosofia senecana. Oggetto delle NTR è la meteorologia, che studia i sublimia (fenomeni che si collocano nell’aria, tra cielo e terra), al contrario dell’astronomia che si occupa dei caelestia (fenomeni che riguardano le stelle) e di geografia e fisica che studiano i terrena (le acque, il suolo, le piante). Dopo una rapida indagine di tipo filologico, l’A. enuncia le teorie che condivide: le NTR furono pubblicate un libro alla volta per una fruizione indipendente, e la sequenza dei libri nell’opera va ricostruita come IVb, V, VI, VII, I, II, III, IVa. Analizza poi il metodo investigativo adottato da S., per affermare che conoscenza scientifica e sapere morale coesistono; quindi le NTR sono opera non di un maestro di fisica che cerca di ridurre i fenomeni a un tutt’uno, ma di un maestro spirituale. Infine avvicina le NTR a due opere della vecchiaia di S., PRV e PST per far emergere la trilogia: fisica, teologia, etica. In conclusione denuncia la necessità di uno studio delle NTR nella forma estetica
“Confusion now hath made his masterpiece”: Senecan resonances in Macbeth
Si discute se Shakespeare leggesse le opere di S. in originale; si sono individuati molti echi di TRG nel Macbeth; ulteriori passi paralleli di TRG e Macbeth; attraverso la sua immaginazione poetica, Shakespeare mescola, non sempre consapevolmente, allusioni ed echi di S., Ovidio e della Bibbia, in un processo di espansione
La vendetta di Medea. In margine a due libri recenti
Riflessione in margine a due studi recenti sulla vendetta di Medea: H. P. Foley, Female acts in Greek tragedy, Princeton University press, Princeton 2001 e G. Guastella, Forme della vendetta nel teatro senecano e nella sua tradizione, Palumbo, Palermo 2001. Dopo una rapida rassegna sulla vitalità del personaggio di Medea in epoca recente (con richiami a lavori teatrali, musicali, cinematografici), l’A. commenta gli studi citati: in particolare del lavoro di Guastella sottolinea il valore della vendetta di Medea in rapporto agli usi sociali e antropoogici del mondo latino, in cui l’infanticidio assume un significato diverso da quello del modello greco. In conclusione riconosce ai due studi il merito di farci comprendere costanti e varianti di un mito che Euripide e S. riattivano secondo i propri paradigmi
Anciennes traductions françaises des Lettres à Lucilius
Analisi delle principali traduzioni francesi di PST, a partire da quella anonima del 1309, fino a quella diretta da C. du Rozoir (1834); si nota tra XIV-XVI secolo la tendenza dei traduttori a glossare l’originale, eliminando così la tipica “brevitas” senecana; le traduzioni testimoniano l’evoluzione del gusto personale e di quello linguistico (ad es. la seconda persona latina resa con il tu dal XIV fino al XVI secolo, poi si ricorre al “vous” fino all’inizio del XIX); problema della formazione di un vocabolario filosofico francese, visto attraverso l’analisi del lessico delle traduzioni di PST 58; costante in tutte le traduzioni la volontà di rendere con chiarezza il pensiero di S., accompagnata dalla consapevolezza dei limiti e delle possibilità della lingua francese; in appendice l’elenco delle principali traduzioni francesi di PST da 1309 al 1834; analisi sinottica del lessico filosofico di PST58 a partire dalla traduzione anonima del 1309 fino a quella della “Collection Budé” del 1993