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Verba poetica in prosa nella teoria retorica da Cicerone a Quintiliano
Argomenti:
utilizzazione di procedimenti poetici in prosa nell’ambito dell’electio verborum; confronto tra le posizioni di Cicerone e Quintiliano; polemica di Quintiliano sullo “stile moderno” di S.; posizione di S. (pp. 217-235): rivendicazione del diritto di usare con una certa libertà i mezzi dell’ornatus, evitando gli eccessi (stile lezioso e affettato di Mecenate); funzione non ornamentale, ma psicagogica dei procedimenti poetici in prosa, non solo nell’ambito dell’oratoria, ma anche nell’ambito della filosofia; affinità tra le posizioni di S. e quelle dell’Autore del trattato Sul sublime (cap. 15)
Indice: Premessa, 142; I. I precedenti della poetica di Aristotele, 145; II. Cicerone, 162; III. Varrone, 176; IV. Dionigi d'Alicarnasso, 183; V. Quintiliano, 199; VI. Seneca, 217
Testo in latino: No
Personaggi: Aristotele, Cicerone, Quintiliano
Rivista: MAT
Numero rivista: V 2
Pagina rivista: 141-237
Codice scheda: 1978.40
Parole chiave: Lingua e stile
Opere citate: PST 59; 114