Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Tieste
Considerazioni su religiosità o irreligiosità nelle tragedie di Seneca
analisi della concezione della divinità, dei rapporti tra Dio e uomo, della presenza del male, dell’escatologia e degli atti della religione ufficiale in TRG, escluso HOE; TRG tra le opposte posizioni di chi vi vede una “tragedia stoica” oppure la “negazione poetica dello stoicismo”; in TRG abbondano effettivamente le affermazioni pessimistiche sulla natura dell’uomo e degli dei; tuttavia, anche senza spazio per una visione rasserenante, centrale è l’uomo, visto come essere in grado di distruggere il cosmo (come Atreo) o di crearlo (come Ercole); solo riconoscendone la sacralità è possibile per l’uomo una presenza attiva e positiva nel cosmo
“Pisa novella Tebe”: un indizio della conoscenza di Seneca tragico da parte di Dante
il concetto di tragedia in Dante e il rapporto tra Ugolino e Tieste; la vexata quaestio della conoscenza di TRG da parte di Dante e la diffusione dei rami A ed E della tradizione tra XIII e XIV sec.; riprese dantesche di THS.
Il nostos nel teatro di Seneca: la struttura dell’inversione
la struttura del nostos (adventus) e il modello odissiaco; S. e lo schema relativo al riuso del ritorno dell’eroe; i modelli greci; il ritorno come segno della rinuncia all’azione.
Il sangue nelle tragedie di Seneca
il sangue e il lessico del timore e dell’orrore in TRG; occorrenze delle parole della sfera semantica del sangue in TRG; valori di cruor e sanguis; le caratteristiche del sangue in TRG; il sangue come elemento del sacrificio; i morti in guerra esigono la restituzione del sangue versato prematuramente; i sacrifici umani.
La climax della volontà di potenza nel Tieste di Seneca
la volontà di potenza di Atreo e la crescita progressiva del suo desiderio di potere; ruolo minore di Tieste; identità tra potere e male; affinità tra gli stilemi di THS e quelli di HFU e HOE; l’ironia tragica come espressione del potere.
Seneca’s epic theatre
funzione di TRG: teatro epico, prefigurazione di B. Brecht; rapporto con la tragedia greca; ruolo dei personaggi; rapporti con l’epica.
Echi senecani nel Teatro della crudeltà di Antonin Artaud
Antonin Artaud e TRG; il senso dell’orrore e del dolore delle opere di Artaud deve molto a S.
The Literary Tradition of the locus horridus in Seneca’s Thyestes
Analisi di tutti i passi del Tieste con descrizioni di paesaggi o architetture, delle loro fonti (in particolare Ovidio, Virgilio, Omero), delle riprese lucanee, e dei loro eventuali referenti storici (ad es. la domus aurea di Nerone).
Petronio 98,7-100,2: stratigrafia intertestuale e risemantizzazione del modello
L’articolo studia il Satyricon e i suoi rapporti con S. e Orazio. Il tema dell’ira si ispira a S., come mostrano i richiami a IRA, THS, PST (Encolpio porta all’iperbole il precetto senecano del saggio che deve affrancarsi da questa passione); Petronio parodizza l’usus scribendi di S., attraverso similitudini e formule; si avanzano ipotesi su allusioni precise tra contesti petroniani e senecani: a parallelismi e analogie si acompagnano le opposizini, funzionali alla distorsione comica; in alcuni casi (nella parodia del carpe diem e del saggio di S.) si vede una contaminazione tra topoi oraziani e senecani; altri rimandi intertestuali a Catullo, Ovidio, Properzio guidano il lettore all’evoluzione del concetto di amore: da totalizzante a scanzonato e occasionale
Martino Di Braga, “De ira”: un testimone indiretto per il “De ira” di Seneca
Constatata la negligenza da parte degli studiosi senecani della tradizione medievale indiretta dei DLG di S. e la superficialità con cui negli studi più recenti si utilizza il testo di Martino di Braga per emendare IRA, l’A. procede con lo studio, che si articola in due momenti: 1. una rassegna valutativa dei lavori (edizioni e commenti) che hanno usato l’epitome martiniana per la critica testuale di IRA; 2. un censimento dei loci di IRA per cui sono stati proposti in passato raffronti con l’epitome di Martino di Braga, censimento in cui si discute delle lectiones martiniane per stabilire se e in quali di esse si possano riconoscere varianti al testo di S., attraverso il criterio filologico dell’esclusione di errori nella tradizione dell’epitome e di modificazioni volontarie dell’epitomatore. In conclusione l’A. offre un’indicazione per indagini future sottolineando la possibilità di utilizzare l’epitome come testimone indiretto di IRA anche indipendentemente dalla tradizione diretta