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Personaggio: Tieste
Gli adynata di Tieste (Sen.Thy. 476-82)
La tradizionale figura dell’adynaton viene riscritta in THS 476-482 secondo moduli diversi da quelli consueti: predice essa stessa il venir meno degli iura naturae che avverrà a causa del foedus innaturale che unirà Atreo e Tieste, estendendo dunque all’universo quanto già avveniva nella reggia; critica testuale sulla disposizione di THS 288-294
Il “Thiestes” di Seneca: sentieri ermeneutici
Tentativo di ricostruire la “volontà del testo”, le circostanze esistenziali e politiche di composizione e di pubblicazione e l’atto di comunicazione cui il testo era destinato, a partire da THS stesso, dalle stratificazioni letterarie e culturali e dalle relazioni intertestuali che sono sottese; testo, traduzione italiana e note critico-esegetiche a THS
The Dating of Seneca’s Tragedies, with special reference to Thyestes
ricostruzione del quadro di dati disponibili per la datazione di TRG: HFU e TRD sono state composte dopo il 54; MED forse tra il 51 e il 52; PHD potrebbe risalire al 49; GMM e DPS sono anteriori al 59; analisi degli elementi di datazione di THS, che deve risalire probabilmente al 62, insieme con PHN
Il tema dell’esilio nelle tragedie di Seneca. Autobiografia, meditazione filosofica, modelli letterari nel Thyestes e nell’Oedipus
la concezione dell’esilio nella filosofia greca e nella tragedia romana arcaica; l’esilio in S. ha una valenza positiva come elemento di opposizione rispetto alla tirannia; l’esiliato è analogo al sapiens stoico
La scrittura tragica dell’irrazionale. Note di lettura al teatro di Seneca
analisi di alcune unità drammatiche e dei temi ricorrenti in TRG (situazione di “incitamento”, centralità del tema del furor, motivo dell’invito alla moderazione, catastrofe, sacrificio, presenza delle Furie, esasperazione delle parentele); esame di PHD: novità nella riscrittura del mito, contrapposizione tra Arcadia e regnum, Ippolito come nuovo eroe tragico (eroe del rifiuto), rapporti di PHD con le fonti; rielaborazione senecana della tradizione tragica greca come ricomposizione totale; tecnica drammaturgica di S. come vera e propria scrittura “tragica”; TRG come dimostrazione di una drammaturgia innovativa, ma intenzionata a iscriversi nella tradizione; TRG come coscienza della tragedia del tempo di S.
Il prologo dell’Agamemnon e quello del Thyestes di Seneca
affinità tra il prologo di GMM e quello di THS: il primo è però più sfumato e completo; in GMM Tieste isola un solo misfatto, in THS presenta quel misfatto come espressione della propensione al crimine insita nella famiglia dei Pelopidi; THS non può essere considerata opera precedente a GMM
Der Agamemnonstoff bei Aischylos, Seneca und in der “Orestis tragoedia” des Dracontius
il dramma di Agamennone attraverso i secoli e la trasformazione dell’idea di tragedia; dalla tragedia vera e propria al metro epico in Draconzio; presenza della retorica e di elementi epici già in GMM; importanza delle singole scene rispetto all’insieme; la natura stoica della tragedia risulta chiaramente visibile; importanza centrale di Clitemnestra; il ruolo della visione di Cassandra; attenzione agli aspetti sociali del dramma e preminenza dell’etica rispetto agli altri elementi
Il disagio della forma: la tragedia negata di Seneca
la letterarietà di TRG; gusto dell’allusione e della citazione; mancanza del centro positivo dell’eroe; i nuovi valori puntano all’introversione; richiami ad Orazio; liricità ed antitragicità dei cori; importanza del furor
Autenticità o retorica nella tragedia di Seneca?
lettura del finale di DPS ed esemplificazione della presenza di artifici retorici in TRG, tranne che nel finale di THS e nel personaggio di Fedra; analisi e confronto con numerosi contributi moderni dedicati alla figura di S. tragico
Gassman, Squarzina, e il “Tieste” di Seneca
analisi e giudizio sulla rappresentazione teatrale di THS nel febbraio del 1953 al Teatro Valle di Roma, che ebbe il merito di dimostrare la rappresentabilità di S. e le sue potenzialità drammatiche; traduzione operata da Gassman in veste di traduttore-riduttore, che decise di rielaborare con una certa libertà la tragedia (eliminazione di aggettivi superflui e ridondanti, immagini ripetute, anticipazione o posposizione di frasi o periodi, sintesi o eliminazione di alcune parti come i frequenti richiami al mito, impiego di figure retoriche, scelta di vocaboli derivati spesso da sfera aulica), dizione alta, tesa, violenta, sottolineatura dell’aspetto macabro e truculento; critica più significativa: scarso rilievo al contenuto politico e alla funzione etico-pedagogica del testo senecano nella rappresentazione del tiranno