Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Tacito
Quomodo Maecenas vixerit: à propos du Mécène de Sénèque
la rivalità personale spinge S. a operare una studiata denigrazione su Mecenate, visibile tanto nella scelta deliberatamente orientata delle fonti quanto nelle strategie retoriche cui S. ricorre nell’esporle; S. criticava il ritiro di Mecenate, troppo precoce e pur sempre contaminato dalla vita di corte, osteggiava la sua adesione all’epicureismo e invidiava la sua immagine di consigliere di Augusto, a cui voleva sostituire la propria nei confronti di Nerone, che vedeva tuttavia destinata al fallimento
Seneca’s Heroides: Elegy in Seneca’s Medea
l’intertestualità tra S. tragico e Ovidio è finalizzata alla resa più efficace di alcuni personaggi; S. usa alcune espressioni tratte da Ov. Her. 6 e 12 per mettere in scena la trasformazione di Medea da sposa a vendicatrice, la sua presa di coscienza dell’identità e del ruolo che verrà ad assumere nel corso della vicenda, la sua dimensione di autrice della storia; la Medea di S. perciò completa e dà sfogo a quella ovidiana
Una nota su Sen. Epist. 114,2: tra forma, contenuto, stile e ethos
la presenza di una rara clausola didattilica in PST 114,2 e 100,4, luoghi affini per le tematiche stilistiche trattate, convive con altre corrispondenze formali e contenutistiche
Due casi di (possibili) presenze in Seneca: Ascanio e Catone il Censore
l’adulescens di PRV 2,8 condivide qualche tratto con le rappresentazioni di Ascanio in alcuni versi virgiliani noti al filosofo e utilizzati in contesti tra loro simili; in PST 87,41 si possono riscontrare affinità con la contio tenuta da Catone il Censore a favore della lex Oppia riportata in Liv. 34,3-4