Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Sallustio
Una nota su Sen. Epist. 114,2: tra forma, contenuto, stile e ethos
la presenza di una rara clausola didattilica in PST 114,2 e 100,4, luoghi affini per le tematiche stilistiche trattate, convive con altre corrispondenze formali e contenutistiche
Due casi di (possibili) presenze in Seneca: Ascanio e Catone il Censore
l’adulescens di PRV 2,8 condivide qualche tratto con le rappresentazioni di Ascanio in alcuni versi virgiliani noti al filosofo e utilizzati in contesti tra loro simili; in PST 87,41 si possono riscontrare affinità con la contio tenuta da Catone il Censore a favore della lex Oppia riportata in Liv. 34,3-4
Dall’imitazione al sovvertimento della natura: le arti culinarie in Sen. Epist. 90 e 95
ricorrendo al linguaggio del metabolismo nel descrivere tanto le origini della panificazione (PST 90) quanto le degenerazioni dell’arte culinaria sua contemporanea (PST 95), Seneca potrebbe voler confermare la sua teoria per cui il germe della corruzione morale è insito nelle tecniche fin dalla loro nascita
Magnitudinem exuere Augusto privato in Seneca, brev. vit. 4,2 ss.
in BRV 4 Augusto appare come uomo torturato dal proprio potere e in un atteggiamento proprio dell’antisapiente, lontanissimo dall’immagine del sovrano filosofo, dato che l’otium da lui ricercato è egoistico e assolutamente intempestivo; nella descrizione del potere imperiale si individuano temi ed espressioni accostabili alla panegiristica, ma soprattutto al dialogo tra Creonte ed Edipo in DPS: l’otium si connota come una finzione finalizzata tanto a blandire (e ingannare) i sudditi, quanto a illudere se stessi
“De hoc require T.”. La presenza di Nicola Trevet nella “glosa” anonima all’“Apocolocyntosis”
il commento a LDS contenuto nei codici oxoniensi Balliol 130, Balliol 136 e Bodleian 292 (2446) viene a ragione attribuito a un allievo di Nicola Trevet con forti interessi giuridici ed è probabile che quest’ultimo, con la sigla T., faccia esplicito riferimento, per delucidazioni di tipo storico-antiquario, ai commenti del maestro a TRG e ad altre (perdute) opere esegetiche dello stesso a BNF e a Valerio Massimo
Seneca e gli arcaici
S., lontano da ogni forma di arcaismo, si scaglia soprattutto contro gli arcaizzanti piuttosto che contro gli arcaici, cui si appella in quanto documentano un uso linguistico autentico e genuino, nonché per la loro sentenziosità e in funzione del suo intento etico
Per luxum: uso e riuso di un nesso insolito
La presenza di una iunctura poco corrente, per luxum, nei prologhi di Sallustio (Iug. 1,4) e Livio (praef. 12) e in BRV 1, 3 conferma l’influenza di Sallustio su Livio e S., nonché l’uso di motivi intercambiabili nelle citazioni
Sallustio e Seneca sulla Corsica
derivazione della digressione sulla Corsica in HLV da Sal. hist. II, 11 Maurenbrecher, dimostrata dalla notizia sull’immigrazione dei Liguri (HLV 7, 9), attestata solo da Sallustio, e da affinità lessicali (iunctura di importuosus con mare; uso dell’aggettivo arcaico frugifer; verbo permiscere per indicare la mescolanza di popoli); probabile derivazione sallustiana per la notizia sull’immigrazione di Hispani
Allusione e tecnica citazionale in Seneca
S. condivide con Sallustio il gusto delle sentenze e delle antitesi, che deriva dalla tradizione ippocratea ed aristotelica; somiglianza dei proemi di BRV e di Iug.; scopo della ripresa di S.
Le prefazioni sallustiane e il primo capitolo del De brevitate vitae di Seneca
richiami a Sal. Iug. in BRV 1: coincidenza di tratti esteriori e intenzione di S. di dimostrare la diversità tra la sua scelta e quella di Sallustio; la posizione di S. è quella del filosofo, quella di Sallustio è propria dello storico; riferimenti a una frase tratta dalla prefazione di Sal. Cat. (I, 3)