Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Plinio il Giovane
Quomodo Maecenas vixerit: à propos du Mécène de Sénèque
la rivalità personale spinge S. a operare una studiata denigrazione su Mecenate, visibile tanto nella scelta deliberatamente orientata delle fonti quanto nelle strategie retoriche cui S. ricorre nell’esporle; S. criticava il ritiro di Mecenate, troppo precoce e pur sempre contaminato dalla vita di corte, osteggiava la sua adesione all’epicureismo e invidiava la sua immagine di consigliere di Augusto, a cui voleva sostituire la propria nei confronti di Nerone, che vedeva tuttavia destinata al fallimento
Magnitudinem exuere Augusto privato in Seneca, brev. vit. 4,2 ss.
in BRV 4 Augusto appare come uomo torturato dal proprio potere e in un atteggiamento proprio dell’antisapiente, lontanissimo dall’immagine del sovrano filosofo, dato che l’otium da lui ricercato è egoistico e assolutamente intempestivo; nella descrizione del potere imperiale si individuano temi ed espressioni accostabili alla panegiristica, ma soprattutto al dialogo tra Creonte ed Edipo in DPS: l’otium si connota come una finzione finalizzata tanto a blandire (e ingannare) i sudditi, quanto a illudere se stessi
Seneca’s Presence in Pliny’s Epistle 1.12
descrivendo il suicidio di Corellio Plinio instaura un “dialogo intertestuale” con PST e riesce a connotare meglio il suo personaggio come sapiente stoico mediante una serie di allusioni e affinità stilistico-lessicali con il testo senecano; Plinio tuttavia denuncia i limiti della filosofia in tema di precettistica consolatoria dichiarando il suo dolore per la perdita dell’amico e denunciando l’inumanità del sapiente impassibile: l’unica vera consolazione consiste nel mantenere in vita e trasmettere alla posterità la memoria dei cari scomparsi
Plinio, e Seneca, in due lettere rinascimentali fittizie dalla villeggiatura
influsso di alcune epistole senecane concernenti la vita in villa e il contrasto con la vita cittadina su due testi rinascimentali: Le venti giornate dell’agricoltura di A. Gallo e la Lettera in laude della villa di A. Lollio