Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Orazio
La littérature grecque en vue des idées esthétiques de Sénèque
giudizio di S. sul concetto di bellezza: fondamentale il dato morale della virtus, che ha prevalenza sul lato estetico; disprezzo per la bellezza formale della letteratura greca; l’arte è riproduzione mimetica della realtà; ambiguità del giudizio su Omero e sui tragici; nella letteratura è ammesso solo il fine didattico in linea con la posizione stoica; giudizio negativo sui lirici greci e sulla commedia antica, più benevolo per Menandro, in virtù delle sue tendenze moralizzatrici
Teoría de la sátira. Análisis de Apocolocyntosis de Séneca
analisi generale di LDS, la prima successiva a 1923.5 , in stretto collegamento con la riflessione teorica antica sul genere letterario; satira menippea ed invettiva sono due diverse forme di aggressione letteraria; analisi storica delle teorie antiche; in LDS il genere predominante non è la vituperatio ma la satira, nelle opposte tendenze del realismo e della costruzione fantastica; storia ed epica fanno da sfondo parodico e straniato alla satira
Dalla vita alla morte: il destino delle Parche (da Catullo a Seneca)
Il mito delle Parche in S., rappresentato maggiormente da LDS 3,1-4,1; ripresa della lettura fattane da Cortés Tovar (1986.35 ) come parodia di scene virgiliane (Aen. IV, 693-705; I,34-80); memoria lessicale ovidiana nell’episodio dei vv. 3-7, ma il modello strutturale rimane Virgilio; in generale la posizione gerarchica delle Parche subisce un declassamento parodico; accoglimento della tesi di Weinreich (1923.5 , pp.39 ss.), secondo cui la profezia di Apollo allude al giovane Nerone, avendo S. come modello la profezia di Anchise su Augusto (cf Aen. VI, 790-805)
L’elegia e i suoi confini. Fedra e Medea tra Ovidio e Seneca
Premessa di ordine generale sulla definizione del concetto di allusività in S.; Fedra, o della parenesi impossibile: l’ars della nutrice e l’analisi del retroterra letterario (confronto con Ov., Ars III, 59-70 e 79 ed altri passi elegiaci); confronto di PHD 472 ss. con Ars II, 471-472; il dialogo tra Fedra e Ippolito e il presunto rapporto con il perduto Hippolytos Kalyptomenos di Euripide; rapporti allusivi con Her., IV per segnalare al lettore la distanza tra la Fedra senecana e l’eroina ovidiana; ripresa di alcuni precetti di Ars I, 607 ss.; la ripresa distorta in PHD del topos del “servitium amoris”; ripresa straniante del motivo delle lacrimae fictae di Ars I; 659-663 e III, 673-678 in PHD; il modello ovidiano della Lucrezia del secondo libro dei Fasti deformato nella finzione di Fedra; il problema del rapporto tra MED e la perduta Medea di Ovidio; significato del lungo epitalamio cantato dal coro in MED 56-115: per elementi stilistici e lessicali si contrappone alla preghiera iniziale di Medea, allude ai motivi successivi della tragedia e risente dello spunto offerto da Her. XII, 137-152; “color Ovidianus” in MED 116-149; la figura di Medea “tigre” e maga e gli archetipi ovidiani
Die Anordnung der Dialoge Senecas
ordine di DLG in A (Milano, Bibl. Ambrosiana, C 90 inf); critica alla posizione di A. Bourgery (1922.1 ), che considera tale ordine arbitrario, in quanto non cronologico, non relativo ai contenuti e non in base al destinatario; analisi di tali categorie; individuazione di un complesso ordine tematico modellato su quello delle raccolte poetiche di età augustea (Orazio; Tibullo); S. redattore del corpus di DLG
Imitazioni senecane da poeti latini augustei
I cori nella “Medea” di Seneca
analisi dei cori di TRG, con particolare riferimento a MED; funzione del coro in MED come intermezzo lirico, in rapporti spesso tenui con l’argomento del dramma; influsso delle dottrine classicistiche dei grammatici e soprattutto di Orazio sulla divisione in atti di MED
Horaz in den Tragödien des Seneca
aggiunte alle raccolte ottocentesche di Zingerle, Spika e Gaheis contenenti testi relativi all’imitazione di Orazio da parte di S.; indicazioni di possibili imitazioni oraziane di S
Seneca als Dichterphilosoph
S. è filosofo-poeta; TRG da collocare all’interno della sua produzione filosofica; critiche antiche alle contraddizioni tra pensiero ed azione nel filosofo; lo stoicismo di S. e la sua etica; il mito; confronti con Orazio, Marziale ed altri autori
Seneca, Marco Aurelio e il Protrettico di Aristotele
il Protrettico di Aristotele è fonte comune di Crisippo, S. e Marco Aurelio; rielaborazione di luoghi aristotelici riguardanti l’esortazione alla vita contemplativa (fr. 10c, p. 46 W.; 5a, p. 30 W.; 11, p. 49 W. = OTI 5); i tre ideali di vita, voluttuaria, attiva e contemplativa (fr. 15 W. = OTI 7); superiorità dell’uomo sugli animali per il possesso della ragione (fr. 10a; 10c, p. 45 W.; 3, p. 24 W. = BRV 1, 2 e PST 76, 8-10, 14-15)