Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Michel Eyquem de Montaigne
Seneca e l’idea dell’uomo
riflessione sull’autentica attualità del pensiero di S., che trae origine dal costante interesse per la condizione umana; disposizione di S. verso la morte
Dimensión humanística del pensamiento de Séneca
nell’attività politica, nella concezione filosofica e nella produzione letteraria S. colloca l’uomo al centro delle sue riflessioni
Su Montaigne e Seneca
l’analisi del tema del ritiro sviluppato in BRV, PST e TRN e il confronto sinottico con il De la solitude permettono di individuare le fonti di Montaigne; dallo studio del modo di lavorare del filosofo francese è possibile cogliere il fine intreccio di reminiscenze penetrate nel suo animo, non riconducibili a mere citazioni libresche; Montaigne dimostra una conoscenza di DLG ben più profonda di quanto abitualmente affermato
Shakespeare and the Stoicism of Seneca
influenza esercitata da vari autori su Shakespeare (Machiavelli e Montaigne); influsso esercitato dallo stoicismo di S. (ma non da S.); conoscenza scolastica di TRG (ma probabilmente non delle opere in prosa) da parte di Shakespeare; presenza in Shakespeare di un pensiero nuovo, derivato da S. e profondamente differente da quello dei drammaturghi francesi (Corneille e Racine): attitudine alla self-dramatization assunta dagli eroi shakespeariani nei momenti di particolare intensità tragica; assorbimento e trasformazione in Shakespeare del pensiero di S. e di una sensibilità senecana
Seneca The Philosopher and his Modern Message
vita e opere di S.; fortuna nella Roma pagana; presenza dello stoicismo senecano negli scrittori cristiani; influenza di S. nel medioevo, nel rinascimento, nel Seicento inglese e da Bacone al XIX sec.
L’influence de Sénèque le philosophe
la filosofia di S. terreno di conciliazione tra mondo pagano e cristiano; influenza di S. in Francia dal medioevo fino al XVIII sec.
‘Circolarità virtuosa’ e ‘virtù crudele’: per una pragmatica relazionale nel De beneficiis di Seneca
S. rappresenta la reciprocità del dare e dell’accipere come una circolarità iconicizzata dal mito delle Grazie e contrapposta alla finzione crudele della virtù derivata da una volontà simulata che trasforma il beneficio in iniuria