Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Menandro*
Error e culpa nelle tragedie di Seneca
da un’indagine lessicale si nota come in TRG la sequenza della culpa e del castigo non sia mai casuale, ma inserita in un sistema di responsabilità per cui la culpa entra “in relazione dialettica” con l’error; S. in TRG non lascia spazio per la giustificazione in termini di amartia aristotelica e assume un’ottica diversa rispetto alle opere in prosa nelle quali l’error è un mezzo di guida morale
Der Sklave Claudius. Senecas Apocolocyntosis und ihr komödien-Finale
In conclusione di LDS Claudio è colpito da una doppia pena: quella mitica secondo il modello di Sisifo, Tantalo e Issione, e quella che, secondo la tradizione romana, prevede la schiavitù; analisi della rappresentazione dell’asservimento di Claudio in S.; funzione di Caligola, Eaco e Menandro
Lehrerheft zu Lucius Annaeus Seneca, Divi Claudii Apokolokyntosis
Panaetius and Menander
analisi dell’aneddoto riferito a Panezio in PST 116, 5 (sulla possibilità di amare da parte del sapiens), che riflette il metodo di domanda e riposta impiegato dai filosofi ellenistici; riferimento al Misoumenos di Menandro; influenza di Menandro sull’etica di Panezio
La littérature grecque en vue des idées esthétiques de Sénèque
giudizio di S. sul concetto di bellezza: fondamentale il dato morale della virtus, che ha prevalenza sul lato estetico; disprezzo per la bellezza formale della letteratura greca; l’arte è riproduzione mimetica della realtà; ambiguità del giudizio su Omero e sui tragici; nella letteratura è ammesso solo il fine didattico in linea con la posizione stoica; giudizio negativo sui lirici greci e sulla commedia antica, più benevolo per Menandro, in virtù delle sue tendenze moralizzatrici
Maximus poetarum (Sen. Brev. 2,2)
il maximus poetarum di BRV 2, 2 è probabilmente Menandro.
Seneca e i poeti greci: allusioni e traduzioni
citazioni poetiche in lingua greca in IRA I, 20, 8 (Od. XXIII, 724, pronunciata da Caligola con significato di sfida blasfema a Giove), NTR VI, 23, 4 (epiteto omerico di Posidone, e)nosi/xqwn); rimandi ed al-lusioni a Omero: tre aderenti alla parola omerica (NTR VI, 26, 1 = Od. IV, 354-357, IRA II, 33, 5 = Il. XXIV, 478-479, TRN 2, 12 = XXIV, 10-12), sei generici, mutuati dalle fonti (BNF I, 3, 7. 10; V, 25, 4; PST 40, 2; 63, 2; 90, 31); rimandi ed allusioni ad altri poeti: BNF I, 3, 6 = Hes. Th. 907-909; NTR I, 13, 3 = Arat. 884-886; NTR III, 24, 1-3 = Emp. 31 A 68 D-K.; NTR IVa, 2, 16 = Call. fr. 44 Pfeiffer; NTR IVa, 2, 17 = Aesch. Supp. 559-561, fr. 300 Nauck, Soph. fr. 797 Nauck (= 882 Radt), Eur. Hel. 1-3, fr. 228 Nauck; NTR VI, 26, 2 = Pind. fr. 33c Snell-Maehler; i rimandi in NTR sono di seconda mano e sostengono con l’autorità del poeta determinate teo-rie scientifiche; citazioni ametriche: I. parafrasi latina in prosa di espressioni ben precise in CLM II, 2, 2 = fr. adesp. 513, 1 Nauck-Kannicht-Snell; NTR IVa, praef. 19 = Men. fr. 931; TRN 17, 10 = Men. fr. 354 Körte-Thierfelder; II. traduzioni in prosa aderenti al testo in PST 1, 5 = Hes. op. 368-369; PST 49, 12 = Eur. Ph. 469; traduzioni metriche in PST 107, 11 = Cleanth. in SVF I, p. 118, n° 527 e in PST 115,14 = sette sentenze mono-stiche ricavate da un gnomologio + Eur. fr. 324 Nauck: confronto tra testo greco e traduzione di S.
Maximus poetarum
esame delle diverse posizioni sulla vexata quaestio dell’attribuzione della frase exigua pars est vitae qua vivimus ad un maximus poetarum in BRV 2, 2; il verso non è una citazione diretta, ma riprende le riflessioni di Verg. g. III, 66-67, chiamato anche altrove maximus poetarum o vates
Menandro, Omero, Esiodo
esame di alcuni ritratti di Menandro; questione delle doppie erme: associazione di Menandro con il tipo dello pseudo-S.; identificazione dello pseudo-S. con Omero
De Menandri fragmento 951 K. (Sen. Nat. Quaest. IVa Praef. 19)
il frammento menandreo (951 Kock) in NTR IV, praef. 19; interpretazione del significato in S. alla luce di Verg. A. IV, 373, Ov. met. I, 241-242, Cic. Deiot. 19 e Cael. 12; la resa in latino di S.; contesto storico dell’uso di tale frammento da parte di S.; il significato dell’invettiva menandrea e i suoi rapporti con lo stoicismo; la collocazione del frammento nelle opere di Menandro; leggere scelerum esse contextum al posto di scelus esse contextum; questione relativa a come fu pronunciata la frase sulla scena e da chi: echi della tradizione della parabasi nella Commedia Antica; il rusticus poeta di cui parla S. è Aristofane stesso