Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Giunone
Parti mostruosi : gravidanza e sovversione nella Medea e nel Thyestes di Seneca
l’uccisione dei figli perpetrata da Medea è concepita come un parto di vendetta che sovverte i suoi ruoli di madre e moglie; tramite il delitto essa regredisce nella sua identità annullando tutti gli atti compiuti in precedenza; MED condivide con THS il sovvertimento dei valori familiari, l’atrocità di un parto rovesciato, la sadica spettacolarità della vendetta che può suggerire una lettura metaletteraria
Seneca’s Heroides: Elegy in Seneca’s Medea
l’intertestualità tra S. tragico e Ovidio è finalizzata alla resa più efficace di alcuni personaggi; S. usa alcune espressioni tratte da Ov. Her. 6 e 12 per mettere in scena la trasformazione di Medea da sposa a vendicatrice, la sua presa di coscienza dell’identità e del ruolo che verrà ad assumere nel corso della vicenda, la sua dimensione di autrice della storia; la Medea di S. perciò completa e dà sfogo a quella ovidiana
“De hoc require T.”. La presenza di Nicola Trevet nella “glosa” anonima all’“Apocolocyntosis”
il commento a LDS contenuto nei codici oxoniensi Balliol 130, Balliol 136 e Bodleian 292 (2446) viene a ragione attribuito a un allievo di Nicola Trevet con forti interessi giuridici ed è probabile che quest’ultimo, con la sigla T., faccia esplicito riferimento, per delucidazioni di tipo storico-antiquario, ai commenti del maestro a TRG e ad altre (perdute) opere esegetiche dello stesso a BNF e a Valerio Massimo
Seneca’s Ovidian loci
intertestualità fra Ovidio e Seneca: DPS, HFU, PHN e Ov. Met. 3 sulle colpe ancestrali di Tebe e sulla descrizione del paesaggio; MED (e THS) e Ov. Her. 12, Met. 6-7 sullo scelus di Medea (e Atreo); MED, GMM, PHN e Ov. Her. 6 e 12, Trist. 2 e 4 sull’esilio; TRD e Ov. Met., Trist. 1,3 sul dolore dei vinti; Ov. Ib. modello per la descrizione dell’oltretomba e di inamene terre d’esilio, esperienza condivisa da entrambi gli autori
Seneca tragico vs. Seneca filosofo. Nuovi approcci a una vecchia querelle
l’insegnamento filosofico di Seneca e la sua produzione drammatica possono essere conciliati al di là dei contrasti tra le posizioni dei separatisti e degli unitari: in conformità con il principio aristotelico di integrazione tra conoscenza ed emozioni, le tragedie senecane mirano ad un piacere cognitivo della mimesi tragica, che può avvenire su tre livelli di percezione. Presenze aristoteliche sono individuabili anche nel prologo di THS, mentre la quarta ode corale segna un punto di rottura con il teatro classico, dal momento che il coro rinuncia di illustrare l’intreccio della vicenda, immergendosi nel buio che essa ispira.
Les «dévots» du Capitole, le «culte des images» dans la Rome impériale, entre rites et superstition
Pratiche rituali aventi luogo nello spazio esterno al tempio; ruolo e funzione della statua della divinità posizionata nella cella dalla religione romana; passo del De superstitione di S. (fr. 69,2 Vottero) che testimonia pratiche straniere di devozione riguardo alla statua di Giove, Giunone e Minerva posizionate all’interno del Campidoglio; ruolo dell’organizzazione del culto e dell’utilizzazione liturgica dello spazio sacro attraverso l’immagine della divinità