Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Giasone
Il teatro di Seneca e l’idea di rappresentazione
il teatro di S. presuppone un pubblico, più ampio di quello degli scritti in prosa e in grado di cogliere i riferimenti allusivi alla contemporaneità; la teatralità di TRG può essere dimostrata individuando le indicazioni drammaturgiche (tipologie di didascalia, riferimenti alla gestione dello spazio e alla gestualità) all’interno delle opere che risultano “testi per la scena che funzionano anche letti”
Il difficile percorso letterario degli eroi nel mito: Orfeo ed Ercole tra fragilità e audacia, poesia e filosofia
nonostante alcune differenze caratteriali, S. può legittimante accostare Orfeo ad Ercole quali eroi civilizzatori entrambi connotati come inclini al superamento dei limiti umani (riguardo all’amore, alla forza, all’ambizione, alla conoscenza) e all’incapacità di controllare se stessi; nella visione senecana, tuttavia, Ercole riesce rispetto a Orfeo a vincere il proprio egocentrismo e la fragilità caratteriale portando la sua virtus fino all’apoteosi sapienziale
Parti mostruosi : gravidanza e sovversione nella Medea e nel Thyestes di Seneca
l’uccisione dei figli perpetrata da Medea è concepita come un parto di vendetta che sovverte i suoi ruoli di madre e moglie; tramite il delitto essa regredisce nella sua identità annullando tutti gli atti compiuti in precedenza; MED condivide con THS il sovvertimento dei valori familiari, l’atrocità di un parto rovesciato, la sadica spettacolarità della vendetta che può suggerire una lettura metaletteraria
Seneca’s Ovidian loci
intertestualità fra Ovidio e Seneca: DPS, HFU, PHN e Ov. Met. 3 sulle colpe ancestrali di Tebe e sulla descrizione del paesaggio; MED (e THS) e Ov. Her. 12, Met. 6-7 sullo scelus di Medea (e Atreo); MED, GMM, PHN e Ov. Her. 6 e 12, Trist. 2 e 4 sull’esilio; TRD e Ov. Met., Trist. 1,3 sul dolore dei vinti; Ov. Ib. modello per la descrizione dell’oltretomba e di inamene terre d’esilio, esperienza condivisa da entrambi gli autori
La soledad de Medea: el infanticidio en el drama de Séneca
Studio sul motivo dell’infanticidio in Medea alla luce delle ricerche antropologiche
L’ira e l’onore. Forme della vendetta nel teatro senecano e nella sua tradizione
Gli intrecci tragici e le mutazioni attraverso diversi contesti antropologici intesi come differenti sviluppi della letteratura occidentale; la vendetta e i suoi effetti attraverso una rilettura delle tragedie di S.; la fortuna del teatro tragico di S. fra ?400 e ?500
The eloquent ghost: Absyrtus in Seneca’s Medea
Medea uccide il primo figlio per punire se stessa della morte di Absirto; uccide il secondo per fare soffrire Giasone
Il nefas argonautico. Mythos e logos nella Medea di Seneca
analisi di MED e confronto con la Medea di Euripide, soprattutto in riferimento agli incipit; confronto tra il personaggio di Medea in Euripide e quello in S.; interpretazione del I coro (epitalamio) come antifrastico al monologo di Medea; valenza cosmologica ed etica dell’interpretazione senecana del mito argonautico (novità costituita dal tema del castigo degli Argonauti con l’associazione all’impresa delle morti degli eroi): tema della colpa teologica di Giasone e degli Argonauti (impresa argonautica come peccato di u(/brij); considerazione di S. tragico come filosofo teoretico (soprattutto in MED); testo dei due cori centrali di MED (II coro: vv. 301-379; III coro: vv. 579-669) con traduzione e commento
Il mito argonautico nella Medea. Lo stile “filosofico” del drammatico Seneca
il mito argonautico e le novità apportate da S.; il tema della condanna della navigazione e le sue ragioni; confronto con le fonti mitiche; contrasto tra passato positivo e presente negativo; analisi di vari passi di MED; Medea è contraddistinta da caos etico: in Euripide la storia di Medea si svolge all’interno della sua psicologia, in S. coincide con una vendetta del cosmo che si sovrappone alla vendetta della persona; meditazione senecana sul male
Dolor und malum in Senecas Medea
funzione educativa di TRG; pericolosità delle passioni valutate come mala secondo il pensiero stoico: amor, dolor, furor; discussione sull’ingenium di Medea: confronto con il modello euripideo, con la figura di Edipo (DPS 947) e con il necrologio di Tiberio in Tac. ann. VI, 51