Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Fedra
Cornutus and stoic allegoresis: a preliminary report
caratteristiche e motivazioni dell’allegoria; esempi del suo uso da parte di S. (pp. 2046-2050); pedagogia; ideologia di Nerone; figura di Anneo Cornuto; S. e Cornuto.
Fedra e Hipólito: el mito y su tratamiento en Eurípides, Séneca y Unamuno
Paralelos y discordancias en las Fedra de Seneca y Unamuno
La fine dell’Ippolito di Euripide, Ovidio e Seneca e il problema dell’ambientazione dei due Ippoliti euripidei
L’esame dei finali dell’Ippolito euripideo, della narrazione ovidiana in Met. XV e in PHD dimostra che la scena del primo Ippolito euripideo era certamente Trezene e non Atene, in accordo con quanto recentemente argomentato da W. Luppe
A new look at Seneca’s Phaedra
Esame comparativo di PHD e del suo modello greco che dimostra come S. abbia composto un dramma decisamente originale creando un gruppo di personaggi dalle caratteristiche innovative; Fedra diventa una buona moglie preda di un’incontrollabile passione, Ippolito si trasforma in un individuo in lotta con se stesso e con le sue passioni
L’incesto di Fedra e il corto circuito della consanguineità
La colpa di Fedra può essere letta alla luce delle credenze di “biologia selvaggia” delle culture antiche: l’amore di Fedra diventa così paradossale perché Fedra non si troverebbe a compiere un incesto direttamente, bensì sarebbe un tramite tra il padre e il figlio con cui si unirebbe.
L’altra Fedra: Unamuno tra Euripide, Seneca e Racine
I modelli della Fedra di Miguel de Unamuno: Euripide, Seneca, Racine
Mors placet (Sen. Oed. 1031): Giocasta, Fedra e la scelta del suicidio
Si sottolinea la novità della motivazione al suicidio di Giocasta e Fedra, riassunta nell’icastica affermazione mors placet del DPS. Di DPS e PHD si individuano gli ascendenti ovidiani (soprattutto nel personaggio di Mirra), virgiliani e sofoclei; si rileva come l’originalità delle scelte di S. rispetto ai modelli greci si riscontri nel rispetto della tradizione latina e in nome di una nuova spettacolarità della parola: in S. l’eroina spiega le ragioni della sua scelta
Self-Representation and Illusion in Senecan Tragedy
L’autore intende dimostrare la natura puramente fittizia del teatro senecano (ossia il suo non essere finalizzato alla rappresentazione) in base alla caratterizzazione dei personaggi e all’ambientazione, entrambi vistosamente artificiosi, come pure la rappresentazione degli eccessi del vizio spinta all’estremo (gli esempi cui dedica maggior attenzione sono i personaggi di Atreo e Medea e la coppia Ippolito/Fedra). Una simile modalità rappresentativa mirererebbe a mostrare la vanità del mondo in una prospettiva filosofica. Le reazioni che Seneca intenderebbe suscitare nello spettatore, anche attraverso spunti metateatrali, comprendono sia il rifiuto sia il piacere sadico.
Forme riflessive nelle tragedie di Seneca
Studio linguistico: analisi delle forme verbali riflessive nelle tragedie di S., per valutarne la consistenza, l’originalità e il significato (partendo dal presupposto che nella prosa S. ne fa un uso cospicuo e caratteristico come “linguaggio dell’interiorità”). Le forme sono divise in categorie (verbali e nominali, quelle verbali in dirette e indirette) e analizzate, inserendole in un quadro stilistico e corredandole di riferimenti ad altri passi di S. e ad altri autori. Si conferma il prevalere del riflessivo sul mediopassivo nella lingua latina e la preferenza di S. per questo strumento; sul piano stilistico, le forme riflessive rivelano un ripiegamento dei personaggi senecani sull’abisso della propria anima