Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Euripide
Mythe et philosophie chez Sénèque dans le prologue de l’Hercules Furens ou Junon, la fortuna mala et le sens de la souffrance
la problematica del male nel mondo tra HFU e PRV; Ercole in HFU è considerato dalla critica o emblema dello stoicismo o all’opposto vittima del furor; ciò dipende dalla valutazione del personaggio di Giunone; quaeris Alcidae parem (HFU 84) è metafora gladiatoria da mettere in rapporto con PRV 2, 8; come l’uomo è “figlio di Dio” (PRV 1, 5), così Ercole è figlio di Giove (HFU 23): Giunone è quindi la fortuna mala che mette alla prova Ercole; HFU fu composto nello stesso tempo di PRV, a sua volta da avvicinare a PST 64 e 73 per la menzione di Q. Sestio e quindi al 62-64
Odium atque regnum. Appunti di lettura delle Phoenissae di Seneca, alla ricerca di una gnomica del potere
legame inscindibile tra odio e potere politico in PHN 645-659; TRG segnalano la consapevolezza del fallimento del programma politico di LDS, IRA e CLM.
Aporie senecane nelle Troiane
TRD non rispettano le convenzioni drammatiche del V sec. a.C. e non furono scritte per essere rappresentate: tempi dell’entrata in scena di Calcante in TRD 351-360 rispetto a Soph. Oed. 283; l’entrata in scena di Andromaca in TRD 409; la specificità scenica di TRG non si concretizzava in teatro, ma probabilmente attraverso una lettura drammatica
Fluctibus variis agor: an aspect of Seneca’s Clytemnestra portrait
analisi delle complesse motivazioni di Clitemnestra nell’uccisione di Agamennone in GMM per mettere in risalto la specificità e originalità di questa figura nei confronti dei modelli greci; breve excursus sulla caratterizzazione e interpretazione di Clitemnestra nella tradizione letteraria anteriore; costruzione di un ritratto psicologico ampiamente corrispondente all’analisi stoica dell’affectus; interpretazione della rhesis di Clitemnestra come progressione psicologica: origine, crescita e vittoria definitiva dell’affectus sulla ratio
Medea nunc sum: the close of Seneca’s version
La conclusion de l’Hercule Furieux de Sénèque: traditions grecques et clémence stoïcienne
mentre in Euripide Teseo discolpa Ercole in nome della solidarietà tra gli uomini e dell’amicizia, in HFU lo fa ricordando il precedente del mito eziologico dell’assoluzione di Ares e della nascita dell’Areopago; S. non può ricorrere al precedente euripideo, così vicino alla concezione stoica della societas generis humani, perché la follia non può essere una scusante per uno stoico; in questo modo Teseo assume il ruolo del buon principe di CLM, che esercita la clemenza come acquisizione di innocenza dopo la commissione del reato, al fine razionale di non commetterlo più
La guerra in scena da Euripide a Seneca
rapporto dialettico di S. con i due modelli euripidei di TRD, Hec. e Tr.; allusione pessimistica all’esortazione di Euripide ad evitare la guerra, poiché la guerra è resa inevitabile dal furore inerente alla natura umana
Sit Medea ferox. De vormgeving van het Medea-thema bij Seneca
variazioni di S. sul mito di Medea rispetto all’originale euripideo; influsso dell’epica
Opposizione e composizione dei personaggi nel finale della Phaedra di Seneca
PHD 1199-1200, attribuiti dai mss. a Teseo o a Fedra, sono probabilmente pronunciati da Fedra, per il metro e l’uso di noverca; individuazione di riprese di stile e contenuto tra il monologo di Fedra e quello di Teseo e tra questo e la precedente maledizione di Ippolito; la morte di Fedra non è stoica e non espia totalmente la colpa, mentre Teseo si evolve nel corso di PHD ed alla fine è consapevole dei suoi peccati, scegliendo la vita come punizione; l’identità fra Teseo ed Ippolito esclude la loro compresenza sulla scena; il centro del nefas di PHD è costituito dal legame che stringe i tre familiari, che violano la pietas reciproca in maniera più o meno cosciente.
Theseus’ curse at the end of Seneca’s Phaedra. A study of the endings and the scenes of persuasion in Senecan tragedies
numerose tragedie di S., in particolare PHD, HFU e DPS, terminano con un’improvvisa maledizione; ciò rende impossibile la lu/sij catartica che caratterizza il teatro greco per Aristotele; in S. il nefas o crimen permangono infatti come cifra definitiva del tragico; ciò si evince anche dalle scene in cui chi si è macchiato di un delitto difende con ostinazione il suo comportamento