Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Euripide
In nome della madre. Pathos tragico e retorica degli affetti nella Consolatio ad Helviam matrem di Seneca
il confronto tra HLV e Cicerone, Euripide, Livio, Lucano, Ovidio, Plinio il Vecchio e Valerio Massimo permette di rilevare che nello stoico S., non diversamente da Cicerone e Ovidio, è presente la tendenza a rappresentarsi con caratteri da eroe tragico della sofferenza, vittima della crudeltà del destino
Algunas consideraciones mitográficas sobre la Medea de Séneca
individuazione e confronto delle fonti letterarie adoperate da S. per tratteggiare Medea, attraverso l’analisi di tre differenti aspetti: amata e sposa abbandonata; dominatrice della natura; vendicatrice spietata
Peripezie e Cantica: la tragedia tra coscienza e delirio
il canticum di S. è il luogo psicologico privilegiato per accogliere la tensione interiore dei personaggi; confronto tra Soph. O.T. e DPS, tra Eur. Med. e MED; analisi di alcuni passi di PHD e THS; incremento del pathos rispetto ai modelli, soprattutto per quanto concerne codici e morfologie letterarie; tendenza a privilegiare la psicologia rispetto all’azione in S.; ricchezza di penetrazione del personaggio, poeticamente indagato nel profondo; ipotesi che i cantica di S. esprimessero una dimensione irrazionale e subliminale dell’uomo; coscienza come luogo deputato al trionfo o alla sconfitta del logos e della virtus; rapporto tra S. tragico e filosofo
Tra Seneca e Sofocle: sulla scena d’apertura dell’Octavia di Ps.-Seneca
osservazioni su aspetti e problemi relativi alla forma letteraria e all’articolazione della pretesta; la struttura metrica e drammatica di CTV 1-74 non ha riscontri nel resto del teatro di S.; rifiuto della razionalizzazione della struttura incipitaria operata da Peiper; influsso di Soph. El. nell’organizzazione scenico-drammatica; individuazione di due analogie fondamentali (impianto generale della scena, iniziale presenza di due spazi scenici) e di molteplici echi e reminiscenze puntuali; analisi di El. 86-109 a difesa del tradito lux contro l’emendamento nox in CTV 18
Il mito degli Sparti nel coro III dell’Oedipus (vv. 731-750): una rilettura
rapporto tra tradizione mitologica e suo riuso in TRG; “ri-narrare” inteso come “ri-creare”; rilettura del mito degli Sparti proposto dal III coro di DPS (731-750); collocazione del mito entro il contesto tematico dell’incesto; enfasi posta da S. nel narrare il mito sull’immagine della terra-madre; mito degli Sparti riletto come storia di una maternità generatrice di fratricidi parallela alla vicenda di Giocasta; originalità di S. nel connotare la lotta tra gli Sparti come lotta tra fratelli che prefigura quella tra Eteocle e Polinice; confronto con le fonti in cui tale sottolineatura è assente (Eur. Ph. 666-675 e Ov. met. III, 99-130); centralità del punto di vista materno peculiare di S. che personifica la tellus
Die Eingangsszenen in Senecas Hercules furens
analisi delle scene iniziali di HFU, dalle quali è assente Ercole, il protagonista (vv. 205-591); confronto con il modello euripideo; funzione drammatica delle suddette scene; analisi psicologica dei personaggi di Anfitrione, Megara e Lico
Venit ad pigros cana senectus (Sen. Herc. F. 198). Un motivo dei cori senecani tra filosofia ed attualità
influsso della morale oraziana sui cori (confronto tra HFU 125-201 e Hor. carm. I, 1 e III, 29); presenza dei temi epicurei della mediocritas e dell’angulus nel coro di HFU; divario con Orazio, invece, circa la valutazione della senectus (ars 169-174); influsso su S. della tradizione filosofica (Cic. sen.; Plat. re p. 328d; PST 12; 26, 2; 30, 7. 12; 58, 32; 61; 76, 3; 104, 2-4; 107, 3; VTB 58, 32); divario ideologico anche rispetto alla valutazione della vecchiaia espressa nel dramma attico (cf. esecrazione della vecchiaia da parte del coro di Eur. H.F. 637 ss.); analisi di HFU 198 (Venit ad pigros cana senectus) che viene messo in relazione con il fr. 369 N2 dell’Eretteo e con Tib. I, 10 per l’ansia di pace espressa; contrapposizione tra l’attivismo al limite della hybris di Ercole e l’etica della mediocritas (cf. PST 19 sull’otium); accezione positiva dell’aggettivo piger; S. propone il tema della scelta di vita in termini “attuali”, facendo allusione alla realtà contemporanea e alla sua esperienza; la vecchiaia è un “privilegio” concesso a pochi; elogio della vecchiaia dettato da motivi filosofici, ma anche finalizzato a denunciare i tempi difficili in cui S. vive; anacronia dei cori rispetto all’azione
Metafore del potere nelle Troiane di Seneca
fragilità e insicurezza del potere: Troia distrutta come prova della precarietà del potere; la morte di Astianatte e di Polissena come manifestazione della brutalità della ragione politica; l’Agamennone senecano presago della sua fine vicina e conscio della reversibilità tra vincitori e vinti; Troia come proiezione di Roma e analogia tra la sua fine cruenta e la fine della repubblica; la progressione del male, motivo caratteristico del teatro senecano; pessimismo storico; S. propone una proiezione romana del mito attraverso artifici di linguaggio e figure di pensiero; Ascanio riflesso dell’Astianatte euripideo, Astianatte di S. riflesso di Ascanio: Astianatte-Iulo non riuscirà però a salvare Troia-Roma; TRG, con le loro verità scomode sul potere, mettono in atto una strategia di scrittura liberatoria
Change of the meaning of virtus in Seneca’s Hercules furens
Ercole in Euripide ed in HFU
Seneca und Euripides: zur Rezeptionsgeschichte der Phönissen
fortuna del mito del contrasto tra Eteocle e Polinice nella tradizione romana prima di S.; rapporto di S. con la tradizione greca; la struttura di PHN