Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Eschilo
Il teatro di Seneca e l’idea di rappresentazione
il teatro di S. presuppone un pubblico, più ampio di quello degli scritti in prosa e in grado di cogliere i riferimenti allusivi alla contemporaneità; la teatralità di TRG può essere dimostrata individuando le indicazioni drammaturgiche (tipologie di didascalia, riferimenti alla gestione dello spazio e alla gestualità) all’interno delle opere che risultano “testi per la scena che funzionano anche letti”
L’Hercules Oetaeus come riscrittura del furens. Alcune proposte di analisi
HFU e HOE mostrano diverse corrispondenze nella struttura drammaturgica, parallei più precisi tra alcune sequenze quali i cori e i prologhi, una serie di richiami allusivi; le vicende di entrambe le tragedie nascono dalla richiesta da parte di Ercole di una nuova sfida che si realizza in un gesto di autoannullamento, ma in HFU tutto si risolve in una sconsolata accettazione del destino mentre HOE si chiude in un provvidenzialismo trionfalistico che non sembra essere di S.
Veniet et vobis furor. Seneca tragico e la perennità del male
S. manipola e rinnova l’uso tragico del mito grazie alla sua formazione retorica;: analisi della vicenda di GMM articolata in varie linee di vendetta orientate solo al trionfo del male; il teatro di S. mette in primo piano i conflitti passionali che possono solo risolversi nell’annullamento “abissale” secondo una visione quasi nichilistica o comunque criticamente pessimistica condivisa con alcuni brani di prosa
Seneca’s Ovidian loci
intertestualità fra Ovidio e Seneca: DPS, HFU, PHN e Ov. Met. 3 sulle colpe ancestrali di Tebe e sulla descrizione del paesaggio; MED (e THS) e Ov. Her. 12, Met. 6-7 sullo scelus di Medea (e Atreo); MED, GMM, PHN e Ov. Her. 6 e 12, Trist. 2 e 4 sull’esilio; TRD e Ov. Met., Trist. 1,3 sul dolore dei vinti; Ov. Ib. modello per la descrizione dell’oltretomba e di inamene terre d’esilio, esperienza condivisa da entrambi gli autori
Docmi, ipodocmi e reiziani nell’Agamennone di Seneca: VV. 589-635
analisi della colometria di GMM 589-635 secondo i testimoni E e A; nonostante la preponderanza della matrice eolica abbia portato la critica a ricondurre la metrica corale di Seneca solo a quella oraziana, è possibile ipotizzare una dipendenza dalla trazione scenica greca ampiamente filtrata da quella latina, rilevando la presenza di reiziani e docmi i quali risultano costruiti in varie forme tutte riconducibili alla percezione alessandrina della dimetria di dodici tempi (periodos dodekasemos)
Posidonio e le origini dell’architettura: contributi al testo e all’esegesi di Sen. ep. 90,7 e di Isid. orig. 15,2,6
in PST 90,7 leggere sparsos et cavis tectos invece di sparsos et aut casis tectos; dalla tradizione letteraria risulta infatti che la presenza di capanne mal si concilia sia con un regime di vita errante e ancora non comunitario (sparsi), sia con i rifugi naturali elencati subito dopo nel corso del paragrafo. Sempre sulla base di tale tradizione in Isid. orig. 15,2,6 si propone di emendare naturali sollertia speluncis silvestribus tegumentis relictis tuguria sibi.
Versteckte Galliamben bei Seneca zu Metrik und Ethos von Seneca, Medea 849-878
Considerazioni di natura metrica sui versi 849-878 della Medea
Coerenza drammatica e “tragedia retorica”; le scene iniziali dell’Agamennone di Seneca
critiche tradizionali rivolte a TRG; confronto tra l’intreccio di GMM e quello di Aes. A.; i difetti di S.: spazio concesso a elementi senza funzionalità drammatica (esempio del messaggero che racconta il naufragio della flotta greca) e bruschi passaggi da una fase all’altra dell’azione (esempio delle due scene successive Clitemnestra-nutrice, Clitemnestra-Egisto, GMM 108-309); rassegna delle interpretazioni date dagli studiosi; analisi delle due scene prescindendo da criteri esterni al testo; uso dell’antitesi sul piano dell’espressione e dell’invenzione, allo scopo di colpire gli spettatori; il rapporto antitetico tra successivi momenti dell’azione ha lo scopo di raggiungere l’effetto “patetico”; discontinuità dell’azione e continuità del discorso (con riprese tematiche e lessicali) e dei personaggi in quanto portatori di temi
La presenza di Seneca tragico nella “Spätantike”: l’Agamemnon di Seneca e l’Orestis tragoedia di Draconzio
analisi dei meccanismi compositivi, dei personaggi, del lessico e dello stile di GMM e dell’Orestis tragoedia; allusioni ed echi di S. in Draconzio; confronto con l’Agamennone di Eschilo