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Dramatic Suspense in Euripide’s and Seneca’s Medea, Diss., University of Michigan 1985

Argomenti:

la suspense drammatica nella vicenda di Medea: i casi di Euripide e S.; studio comparativo e rilettura delle due tragedie; diversità nei metodi di creazione della sospensione; rapporto tra conoscenza e sospensione; relazioni con il pubblico

Indice: Preface, ix; 1. Myth, Tragedy and Suspense: an Introduction, 1; 2. Medea: the Legend, 19; 3. Euripides' Medea, 33; 4. Seneca's Medea, 199; 5. Conclusion, 293; Works cited, 319; Index, 327
Collana: "American University Studies Series" XVII, Classical Language and Literature VI
Editore: Verlag Peter Lang
Testo in latino: No
Luogo: New York Bern Frankfurt am Main Paris
Totale pagine: ix + 332
Codice scheda: 1989.112
Parole chiave: Fonti, Teatro
Opere citate: MED

Fra le ‘maledizioni’ di Medea (Sen. Med. 17-25)

Argomenti:

Esegesi dei versi 17-25 della MED (con difesa del testo tràdito al v. 19). Medea invoca per i suoi nemici la pena inflitta a lei: a Creonte la morte, poiché la voleva giustiziata, a Giasone l’esilio, perché a questo l’ha condannata (e l’esilio, per Medea, è male peggiore della morte); inoltre Giasone deve soffrire di ciò che affligge lei, cioè l’isolamento degli affetti: soffrirà la nostalgia della moglie e dei figli, destinati a essere come il padre e la madre, e sarà odiato e rifiutato, anche nei luoghi a lui noti. In particolare, il v. 19 è da intendersi: “il male da augurare allo sposo è qualcosa di peggio, per me, della morte: viva etc.” (è sottinteso sicuramente leto; a giustificazione del forte rilievo di mihi, forse è da sottintendere est)

Testo in latino: No
Personaggi: Creonte, Creusa, Giasone, Medea
Rivista: AUFL
Numero rivista: N.S. IV
Anno rivista: 2003
Pagina rivista: 61-77
Codice scheda: 2003.55
Parole chiave: Critica testuale, Esegesi, Mito
Opere citate: MED 13; 17-26; 28; 73; 110-14; 114-16; 170; 172; 179-80; 183-86; 190; 246-48; 295; 297-99; 451-60; 524; 541-42; 549-50; 557; 644-46; 779-80; 870-73; 933-34; 947-48; 950-51; 1026

L’elegia e i suoi confini. Fedra e Medea tra Ovidio e Seneca

Argomenti:

Premessa di ordine generale sulla definizione del concetto di allusività in S.; Fedra, o della parenesi impossibile: l’ars della nutrice e l’analisi del retroterra letterario (confronto con Ov., Ars III, 59-70 e 79 ed altri passi elegiaci); confronto di PHD 472 ss. con Ars II, 471-472; il dialogo tra Fedra e Ippolito e il presunto rapporto con il perduto Hippolytos Kalyptomenos di Euripide; rapporti allusivi con Her., IV per segnalare al lettore la distanza tra la Fedra senecana e l’eroina ovidiana; ripresa di alcuni precetti di Ars I, 607 ss.; la ripresa distorta in PHD del topos del “servitium amoris”; ripresa straniante del motivo delle lacrimae fictae di Ars I; 659-663 e III, 673-678 in PHD; il modello ovidiano della Lucrezia del secondo libro dei Fasti deformato nella finzione di Fedra; il problema del rapporto tra MED e la perduta Medea di Ovidio; significato del lungo epitalamio cantato dal coro in MED 56-115: per elementi stilistici e lessicali si contrappone alla preghiera iniziale di Medea, allude ai motivi successivi della tragedia e risente dello spunto offerto da Her. XII, 137-152; “color Ovidianus” in MED 116-149; la figura di Medea “tigre” e maga e gli archetipi ovidiani

Editore: Edizioni Polistampa
Testo in latino: No
Luogo: Firenze 2004
Codice scheda: 2004.7
Parole chiave: Fonti, Teatro
Opere citate: MED; PHD
Note: L'articolo riprende e sviluppa alcune idee già proposte in 1995.81 ; nell'Addendum M. segnala l'edizione della Medea a c. di A. Németi, Pisa '03 che ha elementi comuni alla sua linea esegetica