Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Cleante
Sénèque et la divination
a fronte di un mondo, qual è quello concepito dagli Stoici antichi, retto dal fato, cui ogni cosa ottempera in una dimensione di ineluttabilità, perde di peso la possibilità di scrutare il futuro attraverso la mantica, pur legittimata da Zenone, Cleante, Crisippo; poiché tutto si risolve in una sostanziale adiaforia, ciò cui l’uomo deve rivolgersi è la virtù.
A proposito di πείσομαι in una variante di un verso di Cleante
note critiche ed esegetiche alla conclusione della preghiera di Cleante in SVF I, 527: nel v. 4 la scrittura patiar della trasposizione di PST 107, 11 fa pensare che la variante πείσομαι in Vett.Val. IX, 26 sia da intendere come futuro di πείθομαι e non di πάσχω.
Pathos nello stoicismo romano
le passioni nel pensiero stoico e la loro terapia; le posizioni di S. sulla cura delle passioni e le loro relazioni con le fonti stoiche greche, soprattutto Crisippo; l’ortodossia stoica di MRC; la dottrina stoica delle passioni nel I secolo d.C. è maggiormente semplificata rispetto a quella crisippea; gli esiti della questione in Epitteto e Marco Aurelio
Seneca e i Greci. Citazioni e traduzioni nelle opere filosofiche
maniera di utilizzare gli apporti di poeti, filosofi e dossografi greci; atteggiamento di S. verso autori e testi greci; aspetti stilistici delle traduzioni di S.
La traduzione “infedele” di Seneca della preghiera di Cleante
esame della traduzione di S. della preghiera di Cleante in PST 107, 10; problema dell’attribuzione di paternità dell’ultimo v.; rilevamento di uno iato di tono e di pensiero tra i primi quattro vv. greci e il quinto verso di S.: esso fa riconoscere in S. rispetto a Cleante l’omologazione di fato e provvidenza e la presenza del concetto di una colpa della volontà (nolentem; cf. il più tardo concetto di mala voluntas); forzatura del testo di Cleante da parte di S., che rappresenta la posizione ortodossa dell’antico stoicismo di Zenone circa il rapporto tra divinità e fato; la dottrina stoica del fato in ambiente latino (cf. Verg. A. III, 114; IV, 519-520; V, 709; VIII, 131-133; Manil. III, 58; IV, 22. 117-118; Lucr. II, 255-279; Cic. fat.); il pensiero di S. sul fato (PRV, sopr. 5, 4-8; 15, 4-7; TRN 10, 4; 11, 1-3; PST 107): ricchezza concettuale e argomentativa di S.; il tema della felicità del saggio (cf. DPS 980-994); l’ideologia del fato dopo S.: Epitteto e Marco Aurelio; esame del contesto in cui avvenne la ripresa dei versi cleantei da parte di Simplicio (IV sec.)
Seneca e i poeti greci: allusioni e traduzioni
citazioni poetiche in lingua greca in IRA I, 20, 8 (Od. XXIII, 724, pronunciata da Caligola con significato di sfida blasfema a Giove), NTR VI, 23, 4 (epiteto omerico di Posidone, e)nosi/xqwn); rimandi ed al-lusioni a Omero: tre aderenti alla parola omerica (NTR VI, 26, 1 = Od. IV, 354-357, IRA II, 33, 5 = Il. XXIV, 478-479, TRN 2, 12 = XXIV, 10-12), sei generici, mutuati dalle fonti (BNF I, 3, 7. 10; V, 25, 4; PST 40, 2; 63, 2; 90, 31); rimandi ed allusioni ad altri poeti: BNF I, 3, 6 = Hes. Th. 907-909; NTR I, 13, 3 = Arat. 884-886; NTR III, 24, 1-3 = Emp. 31 A 68 D-K.; NTR IVa, 2, 16 = Call. fr. 44 Pfeiffer; NTR IVa, 2, 17 = Aesch. Supp. 559-561, fr. 300 Nauck, Soph. fr. 797 Nauck (= 882 Radt), Eur. Hel. 1-3, fr. 228 Nauck; NTR VI, 26, 2 = Pind. fr. 33c Snell-Maehler; i rimandi in NTR sono di seconda mano e sostengono con l’autorità del poeta determinate teo-rie scientifiche; citazioni ametriche: I. parafrasi latina in prosa di espressioni ben precise in CLM II, 2, 2 = fr. adesp. 513, 1 Nauck-Kannicht-Snell; NTR IVa, praef. 19 = Men. fr. 931; TRN 17, 10 = Men. fr. 354 Körte-Thierfelder; II. traduzioni in prosa aderenti al testo in PST 1, 5 = Hes. op. 368-369; PST 49, 12 = Eur. Ph. 469; traduzioni metriche in PST 107, 11 = Cleanth. in SVF I, p. 118, n° 527 e in PST 115,14 = sette sentenze mono-stiche ricavate da un gnomologio + Eur. fr. 324 Nauck: confronto tra testo greco e traduzione di S.