Parole chiave: Storia

tre modi di intendere la schiavitù e di elaborare il miglior modo di avere a che fare con gli schiavi: S. come rappresentante dello stoicismo romano; la legge romana come equilibrio tra esigenze pratiche, aspirazioni sociali e desiderio innato di ordine; cristianesimo; S. non mette in discussione la schiavitù come istituzione, invita però a trattare gli schiavi come uomini e amici; affinità tra S. e la concezione cristiana

il dialogo tra Giocasta ed Edipo accecato in DPS 1032-1039 sembra alludere a Nerone e alla madre Agrippina; il riferimento di Giocasta al proprio ventre in PHN 447 ss. e HOE 1678 ss. ricordano un particolare della morte di Agrippina come narrato da Tacito; il motivo è stato probabilmente inserito successivamente nella tradizione storica sulla base di materiale tratto da TRG, dove una morte quale quella descritta per Agrippina non è un fatto isolato

i sovrani dell’antica Persia nella tradizione; S. sfrutta il topos della propensione di Serse al pianto

i luoghi citati in relazione a Lucilio non sono stazioni dell’esercizio di funzioni di procuratore, ma tappe di viaggi effettuati durante un servizio militare probabilmente lungo

S. di fronte alla schiavitù: adesione alla posizione tradizionale sull’uso degli schiavi; considerazione dello schiavo come persona, in accordo con la dottrina stoica; le condizioni di vita dello schiavo secondo le testimonianze di S.; come trattare uno schiavo; ripercussioni successive di tali idee

la figura di Alessandro Magno in S. e Livio

S. sfrutta il tema della teologia solare di Nerone per rinnovare la teologia imperiale; il tema non è nuovo e si giustifica con il legame di Nerone con l’Egitto e con alcune circostanze della sua nascita

i sovrani della Persia nella tradizione; S. sfrutta il luogo comune della propensione al pianto di Serse

storia delle figure di Socrate e Catone; Socrate come immagine dell’uomo; la morte di Catone come tema topico; la morte di S.

il ruolo degli exempla presso i Romani: i casi dell’Auctor ad Herennium, di Valerio Massimo; la posizione di Quintiliano; la presenza degli exempla in MRC 12, 4- 16, 5 (dicta e facta); rapporti con Ario Didimo