Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Parole chiave: Storia
Archeologia; antichità romane; economia; exempla storici
Prière philosophique et transcendance divine. Le rôle de l’intériorité dans la religion de Sénèque (sur la base des Lettres à Lucilius)
linee del “culto filosofico” di Seneca (limitatamente a PST) che si esprime nel passaggio dalla liturgia pagana alla critica razionale; secondo la teologia senecana la virtù è il solo mezzo di comunicazione con la divinità e l’efficacia della preghiera umana si collega all’antinomia di determinismo e libertà; chi aspira alla saggezza e si rivolge all’ascesi spirituale vive in una tensione tra il principio cosmico al di fuori di lui e il fuoco divino che è in lui, tra ordine generale e ordine particolare; l’invocazione alla divinità si trasforma quindi in esortazione rivolta a se stesso, risultato di un’interiorizzazione della vita religiosa
Lucilius en Sicile
la vita di Lucilio, la sua carriera e il suo ruolo di procuratore imperiale in Sicilia; i rapporti tra Lucilio e i magistrati locali
Voluntas luceat. Riconoscimento e riconoscenza nel beneficium
per reagire alla decadenza dei rapporti sociali dovuti all’arroganza dei benefattori e all’irriconoscenza dei beneficati, Seneca sottolinea il valore essenziale dell’interiorità nelle relazioni interpersonali, insistendo sul “valore di legame” del dono (che viene reso visibile dall’atteggiamento assunto nell’atto del donare) e sul suo carattere singolativo (che consiste nel riconoscere l’individualità del destinatario), per creare una reciprocità di scambio avulsa da ogni logica materialistica e fondata su una continua interdipendenza tra persone che si (ri)conoscono personalmente; gli esempi di buoni e cattivi donatori (donatore filosofo vs. donatore tiranno) mostrano lo sfondo politico da cui il trattato ha preso le mosse.
Les prêts de Sénèque aux Bretons et la révolte de Boudicca: calomnie ou cas exemplaire de romanisation forcée?
Analisi della notizia di Dio. Cass. 62,2,1 secondo cui Seneca giocò un ruolo importante nella genesi della rivolta di Boudicca, a causa di consistenti prestiti concessi ai Bretoni; la notizia è assente in Tacito; da un vaglio delle testimonianze risulta impossibile provare il ruolo di Seneca, ma le affermazioni di Dione Cassio sono verosimili; nell’ultima parte (pp. 61-63) si indagano motivazioni alternative al ritiro di Seneca rispetto alle tradizionali tacitiane (Ann. 14,51,1-57,1): il disastro delle operazioni di conquista e romanizzazione della Bretagna nel 61 d.C. potrebbero avere influito negativamente sul potere di Seneca a corte, creando i presupposti per il suo allontanamento
La teoria politica del De clementia: un inevitabile fallimento?
Il CLM come tentativo di S. di fondare una nuova ‘metafisica del principato’ che concilia la tradizione repubblicana della virtus della clementia, quella dei Fürstenspiegel ellenistici, e la filosofia stoica. S., proponendo la tesi della straordinarietà del sovrano non per la natura divina ma per la clementia, si trova in una doppia gabbia, la necessità dell’encomio e la tradizione della clementia principis: tenta di coniugare tradizione romana e filosofia stoica mediante i Fürstenspiegel. Se il CLM fu interrotto volontariamente non è stato soltanto per ragioni storiche, ma anche per la difficoltà di creare un quadro organico: sarebbe la precoce presa di coscienza del fallimento del tentativo di creare un impero illuminato dalla filosofia
Anni difficili. Giuristi e principi nella crisi del primo secolo
Analisi del I secolo nella storia dello sviluppo della giusrisprudenza: si tratta di un periodo di crisi, con alcuni momenti di tranquillità. Le scelte di Labeone e di Augusto creano un equilibrio che salvaguarda il ius civitatis repubblicano come ordine giuridico senza sovrano; in epoca giulio-claudia prevale la cautela e la reticenza, come conferma la testimonianza di S.; analisi del discorso pronunciato da Cassio a favore di un’applicazione intransigente della legge (Tac., Ann. XIV 43, 1 e 44, 4), come traccia di una polemica con Proculo e con S. tra ius aequum e ius civile: il pensiero di S. (a favore dello ius aequum), raccolto da Proculo e Pedio, sarebbe arrivato fino a Celso
Etica e stato in età giulio-claudia
Il problema dell’assenza di un’organizzazione costituzionale dell’opposizione: analisi di tre momenti che conseguono al venir meno di forme costituzionali che consentono l’opposizione. 1) il crimen maiestatis come espressione del delinearsi del potere assolutistico in età giulio-claudia; 2) l’accentuarsi del fenomeno dei suicidi politici, e la relazione con il venir meno delle garanzie costituzionali dei cittadini; 3) l’atteggiamento di alcuni giuristi verso il nuovo ordine istituzionale che si andava delineando durante il principato. Si prendono in considerazione alcune opere di S. per indagare il concetto di clementia: S. trasforma un valore repubblicano (la clementia populi romani propugnata da Catone il Censore) in un impulso etico individuale, e presuppone il potere assoluto
Seneca uomo politico e l’età di Claudio e di Nerone. Atti del Convegno internazionale (Capri 25-27 marzo 1999)
Atti del Convegno internazionale di Capri (25-27 marzo 1999), sul potere imperiale nell’età di Nerone, sul contributo di S. al dibattito ideologico-politico e alla definizione della natura del principato, sulle relazioni di S. con la vita pubblica
La Roma di Seneca
La rappresentazione della vita quotidiana a Roma è funzionale, in Seneca, agli intenti moralistici dei diversi contesti, con alcune costanti, fra cui il modello etico romano (potentia, vigor, robur) contrapposto a quello greco, foriero di degenerazione e mollezze, e la tirannide (di Caligola e Claudio in particolare) come regno della perversione. Luogo privilegiato, ma non esclusivo, di tale rappresentazione, sono le cornici delle lettere. Se nelle prime opere appariva un modello politico-morale positivo, prospettato nel De clementia, in quelle tarde il rifugio nell’otium si mostra l’unica salvezza possibile alla degenerazione dei tempi.
Zur Verschwörung des Cn. Cornelius Cinna
in riferimento a J. Béranger (1956.11 ), affermazione del carattere storico del racconto di CLM I, 9 e dell’utilizzazione da parte di S. di fonti ad altri non accessibili