Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Parole chiave: Religione
Escatologia; metafisica; teodicea; teologia
Potuit esse verus Dei cultor … (Lattanzio, Div. Inst. VI 24, 13): Sestio, Seneca e i Vangeli
esame di PST 73, 16, sulla presenza di Dio nell’uomo; richiamo a Mt. 13, 1-23 e differenze (antropocentrismo stoico pagano di Q. Sestio)
Sénèque et les premiers chrétiens
nell’atteggiamento di S. verso i Cristiani si può rilevare una linea oscillante di sviluppo: da un’o-stilità preconcetta nei confronti della nuova setta, ritenuta più pericolosa del giudaismo, a una certa tolleranza dettata dalla dottrina stoica, a una nuova presa di posizione contro atti e scritti di gruppi estremisti; nella vita e negli scritti del filosofo si colgono le peripezie della lotta che oppose la nuova religione alla società pagana
“Deum… comitari”: retorica, virtù e progresso in Seneca e Paolo
si assume come punto di base la divergenza tra S. e Paolo, compendiabile nella filosofia religiosa permeata di razionalismo stoico del primo, di contro agli elementi di fede e grazia del secondo; ma si registrano anche punti di convergenza: per es. nella concezione del male morale che si insinua a poco a poco fino a radicarsi del tutto; nell’affermazione di una provvidenza divina e della possibilità di un riscatto morale per l’uomo sulla via della virtù; comune a entrambi è inoltre l’asservimento della retorica alla trasmissione di questi messaggi; il divario ritorna quando si consideri la svolta segnata dal progresso etico, in Seneca affidato alla ragione individuale, in Paolo alla redenzione per opera di Cristo e al riscatto dal peccato originale.
El hombre y Dios en el epistolario de Seneca
la natura umana come commistione di umano e divino; il corpo e l’anima, la bontà e la malvagità; l’immagine dell’uomo forte e giusto; l’idea di divinità per S.; il concetto di ragione
Romanità dell’effimero in Seneca
il problema della romanizzazione delle idee filosofiche greche sul concetto di istante: eclettismo e remore di S.; confronto con Orazio; rapporto con Eraclito, Epicuro, gli stoici; evoluzione nel pensiero di S.; la componente religiosa nella sua interpretazione dell’istante; prevalere della teologia sulla filosofia; modernità di S.
Descriptiones et vision stoïcienne du destin dans l’Oedipe de Sénèque
relazione tra TRG e dottrina stoica; la concezione della fatalità presente in DPS e il suo rapporto con lo stoicismo; il ruolo di Bacco e il rapporto con Sofocle; l’esistenza della provvidenza è suggerita da un moto ciclico dell’esistente
Seneca e l’oltretomba
l’analisi dei loci in cui compare il motivo della sorte dell’anima testimonia che il pensiero di S. sull’Aldilà non è contraddittorio né subisce evoluzione cronologica; presenza di due filoni, l’uno “epicureo” (negazione di realtà metafisiche), l’altro che si identifica con quella che è stata chiamata l’alternativa socratica (affermazione che la morte costituisce o l’annullamento o il passaggio ad una vita migliore)
“Christianae philosophiae viri”
il valore culturale dell’anacoresi e il problema della conversione; la ricerca della solitudine in alcuni loci di S.; l’ideale della tranquillitas; la vita pratica e la vita teoretica; gli scopi della vita monastica
La concepción sobre el más allá en la tragedia de Séneca
la visione escatologica di S., come espressa in TRG, è riconducibile a tre linee interpretative, differenti e non compatibili: esistenza di un inferno convenzionale; possibilità per l’uomo dell’immortalità e della divinizzazione; negazione della trascendenza oltre la morte (quest’ultima opinione personale di S.)
Les Lettres à Lucilius: la transparence inaccessible?, in Dire l’évidence (philosophie et rhétorique antiques), textes réunis par Carlos LÉVY et Laurent PERNOT
il pensiero di S. oscilla tra due opposti poli: la capacità della ragione umana di porre rimedio agli errori e la credenza in un principio divino, fonte di verità assoluta, capace di vincere ogni male