Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Parole chiave: Mito
Il mito degli Sparti nel coro III dell’Oedipus (vv. 731-750): una rilettura
rapporto tra tradizione mitologica e suo riuso in TRG; “ri-narrare” inteso come “ri-creare”; rilettura del mito degli Sparti proposto dal III coro di DPS (731-750); collocazione del mito entro il contesto tematico dell’incesto; enfasi posta da S. nel narrare il mito sull’immagine della terra-madre; mito degli Sparti riletto come storia di una maternità generatrice di fratricidi parallela alla vicenda di Giocasta; originalità di S. nel connotare la lotta tra gli Sparti come lotta tra fratelli che prefigura quella tra Eteocle e Polinice; confronto con le fonti in cui tale sottolineatura è assente (Eur. Ph. 666-675 e Ov. met. III, 99-130); centralità del punto di vista materno peculiare di S. che personifica la tellus
Le Menadi immemori (Sen. Oed. 440 ss.). Sulle funzioni di un coro senecano
analisi del mito di Penteo proposto dal coro di DPS 432-444; innovazione del mito rispetto a Ov. met. II, 69-70; motivo delle Menadi immemori del loro misfatto (uccisione efferata di Penteo); interpretazione dei versi relativi alla luce della successiva (439-508) laus Bacchi; smemoratezza delle Menadi come prova della potenza esercitata dal dio sulle sue seguaci; valenza contrastiva del coro rispetto all’azione drammatica; rapporto dialettico mito / realtà; la strada di Edipo non può essere quella del mito; a lui la “smemoratezza” non è concessa, deve affrontare il proprio destino di uomo
Il mito di Ippolito in Euripide, Seneca e Apuleio
Seneca und Euripides: zur Rezeptionsgeschichte der Phönissen
fortuna del mito del contrasto tra Eteocle e Polinice nella tradizione romana prima di S.; rapporto di S. con la tradizione greca; la struttura di PHN
Fenomeni soprannaturali e ragion di stato. La riscrittura del mito dell’Iliupersis nelle Troiane di Seneca
in TRD S. allude in chiave antifrastica ad un mito celebrato dai poeti di Roma sin da Nevio e che poi, fatto proprio dall’ideologia augustea, era stato ripreso da Virgilio: la leggenda che faceva dei superstiti di Ilio distrutta gli antenati di Roma; in TRD il martirio di Astianatte e Polissena rappresenta il definitivo annientamento di Troia
Modelli tragici e modelli epici nell’Agamemnon di L. A. Seneca
analisi di GMM; assimilazione della vicenda di Agamennone al mito di Ercole, evidente soprattutto nella descrizione della veste indossata da Agamennone nel momento della morte; funzione drammatica dell’inno ad Ercole del quarto coro
La visione di Cassandra in Eschilo e Seneca
nella leggenda di Cassandra l’elemento della visione ha un ruolo fondamentale: se con Eschilo ella è una sorta di Prometeo al femminile, detentrice di un potere generalmente maschile, in S. la vendetta si carica di una sfumatura patriottica che manca nel precedente; con Cassandra S. sperimenta una sorta di metateatro in cui la donna riveste un doppio ruolo, in quanto partecipe della scena, ma ne è nel contempo mediatrice
Populus infernae Stygis. Il motivo dei dannati del mito in Seneca tragico
il motivo dei peccatori infernali è giunto a S. codificato secondo il canone epico, che ne descrive le pene all’interno della più generale descrizione degli Inferi visitati dall’eroe nella sua catabasi, secondo il canone narrativo, rappresentato dall’epillio di Orfeo in Verg. g. IV, 484, con l’intermediario di Ov. met. X, 41-48, e infine secondo il canone della defixio; S. opera peraltro sul materiale della tradizione, tanto che la stereotipia non compromette il legame con le diverse funzioni del topos e il carattere dei personaggi
Seneca’s Hippolytus, a brief study on Latin tragedy
ruolo del mito di Ippolito in Eur. Hipp. e PHD.
Néron-Phaéton ou la témérité sublime
il mito di Fetonte, opportunamente reinterpretato, fu utilizzato per legittimare il potere di Nerone: ne sono testimonianza due frammenti attribuiti a Vagellio, alcuni versi di Lucano e numerosi passi di S.; probabilmente tale mistica solare del potere imperiale era già stata abbozzata durante il regno di Augusto