Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Parole chiave: Fonti
Quellenforschung; intertestualità in Seneca
Goddesses unbound: Furies and furial imagery in the works of Seneca, Lucan and Statius, Ph.D. Diss.
la poesia romana della prima età imperiale possiede una sua originalità che non la rende dipendente da Virgilio; esame del trattamento delle Furie in TRG, Lucano e Stazio; analisi del linguaggio; il ruolo simbolico di Giove nella letteratura latina imperiale
La “Fedra” di Seneca tra “pathos” ed elegia
il pathos in PHD è una forza travolgente, che impedisce di praticare il bene anche a quanti lo conoscono e fa scambiare le apparenze ingannevoli con la verità; l’irrazionalità della Fedra di S., caratterizzata da un lucido e determinato furor, è elemento di forte differenziazione sia rispetto all’omonima eroina euripidea sia rispetto alla filosofia stoica
Medea bei Seneca und Anouilh
influsso di Eur. Med. su MED e di MED sulla Medée di J. Anouilh; possibilità di un esame comparato delle tre tragedie; proposta di unità didattica basata sul confronto tra MED e la Medée di Anouilh
Citas epicúreas en las Epistulae morales de Séneca
analisi del contesto in cui compaiono in PST le citazioni da Epicuro, per comprendere i motivi di ricorsi tanto frequenti all’epicureismo; i verbi laudare e adoptare testimoniano la posizione di S. di fronte alla maggior parte delle citazioni selezionate; la tecnica adottata, basata sulla scelta esclusiva di parti del discorso che appaiono interessanti, permette all’autore di non compromettersi con l’ideologia epicurea e con il contenuto dell’argomentazione utilizzata; in S. lo stoicismo è elevato alla categoria di sapere universale, superiore a qualunque altra scuola filosofica per la sua capacità di inglobare le massime degli avversari
Algunas consideraciones mitográficas sobre la Medea de Séneca
individuazione e confronto delle fonti letterarie adoperate da S. per tratteggiare Medea, attraverso l’analisi di tre differenti aspetti: amata e sposa abbandonata; dominatrice della natura; vendicatrice spietata
Peripezie e Cantica: la tragedia tra coscienza e delirio
il canticum di S. è il luogo psicologico privilegiato per accogliere la tensione interiore dei personaggi; confronto tra Soph. O.T. e DPS, tra Eur. Med. e MED; analisi di alcuni passi di PHD e THS; incremento del pathos rispetto ai modelli, soprattutto per quanto concerne codici e morfologie letterarie; tendenza a privilegiare la psicologia rispetto all’azione in S.; ricchezza di penetrazione del personaggio, poeticamente indagato nel profondo; ipotesi che i cantica di S. esprimessero una dimensione irrazionale e subliminale dell’uomo; coscienza come luogo deputato al trionfo o alla sconfitta del logos e della virtus; rapporto tra S. tragico e filosofo
Tra Seneca e Sofocle: sulla scena d’apertura dell’Octavia di Ps.-Seneca
osservazioni su aspetti e problemi relativi alla forma letteraria e all’articolazione della pretesta; la struttura metrica e drammatica di CTV 1-74 non ha riscontri nel resto del teatro di S.; rifiuto della razionalizzazione della struttura incipitaria operata da Peiper; influsso di Soph. El. nell’organizzazione scenico-drammatica; individuazione di due analogie fondamentali (impianto generale della scena, iniziale presenza di due spazi scenici) e di molteplici echi e reminiscenze puntuali; analisi di El. 86-109 a difesa del tradito lux contro l’emendamento nox in CTV 18
Il mito degli Sparti nel coro III dell’Oedipus (vv. 731-750): una rilettura
rapporto tra tradizione mitologica e suo riuso in TRG; “ri-narrare” inteso come “ri-creare”; rilettura del mito degli Sparti proposto dal III coro di DPS (731-750); collocazione del mito entro il contesto tematico dell’incesto; enfasi posta da S. nel narrare il mito sull’immagine della terra-madre; mito degli Sparti riletto come storia di una maternità generatrice di fratricidi parallela alla vicenda di Giocasta; originalità di S. nel connotare la lotta tra gli Sparti come lotta tra fratelli che prefigura quella tra Eteocle e Polinice; confronto con le fonti in cui tale sottolineatura è assente (Eur. Ph. 666-675 e Ov. met. III, 99-130); centralità del punto di vista materno peculiare di S. che personifica la tellus
Modelli “tragici” e modelli “epici” nell’Agamemnon di L.A. Seneca, prefazione di A. La Penna
questione delle fonti di GMM, nel quale si intrecciano modelli greci, ellenistici e latini; esame del rapporto con l’Agamennone di Eschilo, che agisce come modello sotterraneo e da cui S. riprende la strutturazione generale (divisione in due parti, dominate la prima dalla figura di Clitemnestra, la seconda da quella di Cassandra); influenza profonda di Virgilio e Ovidio e “romanizzazione” dell’intreccio, dalla quale risultano le divergenze con Eschilo; analisi anche di altri modelli: tragici latini arcaici, Orazio Licofrone
Le Menadi immemori (Sen. Oed. 440 ss.). Sulle funzioni di un coro senecano
analisi del mito di Penteo proposto dal coro di DPS 432-444; innovazione del mito rispetto a Ov. met. II, 69-70; motivo delle Menadi immemori del loro misfatto (uccisione efferata di Penteo); interpretazione dei versi relativi alla luce della successiva (439-508) laus Bacchi; smemoratezza delle Menadi come prova della potenza esercitata dal dio sulle sue seguaci; valenza contrastiva del coro rispetto all’azione drammatica; rapporto dialettico mito / realtà; la strada di Edipo non può essere quella del mito; a lui la “smemoratezza” non è concessa, deve affrontare il proprio destino di uomo