Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Parole chiave: Fonti
Quellenforschung; intertestualità in Seneca
Medea en la tragedia de Séneca
Il teatro è concepito da Seneca come strumento di influenza socio-politica; MED è una vera e propria lezione sull’ira
Medea in Seneca: il logos del furor
Confronto oppositivo tra la Medea di Seneca e quella di Euripide, di Ennio e di Ovidio; a Medea Seneca affida la più compiuta attuazione del rovesciamento della magnitudo animi in inmanitas
Seneca in Plinio, Dione, S. Agostino
L’analisi dell’a. conferma l’ipotesi secondo la quale Plinio sia la fonte ostile a Seneca impiegata da Dione Cassio: per entrambi l’inadeguatezza di Seneca dipende non tanto dal suo Stoicismo, quanto piuttosto dal fatto che non avrebbe seguito i precetti filosofici da lui professati. Una critica che riprende Agostino, per il quale la sua incoerenza sarebbe dovuta alla sua posizione politica, che gli imponeva culti e comportamenti distanti dalla sua posizione
Catone e un’eco ovidiana (met. VIII, 185 s.) in Seneca (prov. 2, 10)
A partire da Renata Roncali (1997, 181), l’a. si sofferma su met. VIII 183 ss., in cui Minosse è presentato come signore assoluto che impedisce all’artifex esule di tornare ad Atene. Il confronto tra la variante attestata in clausola al v. 186 et licet armis e PRV 2, 9-10, in cui Seneca rappresenta Catone l’Uticense che esprime il suo rifiuto del compromesso col despota, nonché con PRV 5,10-11, dove Seneca ricorda il racconto ovidiano di Fetonte introducendo una variante non attestata altrove, inducono l’a. a sostenere la variante e a concludere che dietro la figura antitirannica di Dedalo si intravede un’allusione a Catone l’Uticense
Narratori e lettori di storia in suspence. Una nota su Lucano e Livio
L’a. si sofferma sui passi lucanei in cui il poeta narrante e il lettore si collocano di fronte all’azione narrata come se non ne conoscessero l’esito e ne attendono con profonda partecipazione la conclusione. Considera l’inizio del XXXI libro liviano, evidenziandone le corrispondenze con Seneca, de ira II, 2, 3.
Time in Horace and Seneca
S. e Orazio contemplano entrambi (e con alcune immagini simili) la dimensione del tempo misurabile e quello eterno della memoria, ma lo scopo etico di S. è incompatibile con la naturale accettazione di Orazio
The Metapoetics of Liberty. Horace’s Bacchic Ship in Seneca’s De Tranquillitate Animi
Bacco viene usato in età imperiale per esprimere la libertà che gli autori potevano praticare nel linguaggio allegorico
Seneca and the poets
atteggiamento di S. nei confronti dei poeti e sua utilizzazione del materiale poetico; modernità del suo gusto e mancanza di apprezzamento per gli arcaici; uso dei poeti nella sua opera: funzione didattica della poesia e interesse soprattutto per i contenuti e non per lo stile; frequente critica dell’immaginario poetico: si vedano per esempio NTR VI, 18, 4-5 (contro Aen. I, 53-54); BNF I, 4, 4-5; BRV 16, 5; pratica senecana della citazione a memoria; esame della presenza di poeti latini nelle sue opere: poeti drammatici (scarsamente presenti); Lucrezio; Publilio Siro; Varrone Atacino; poeti augustei (Tibullo e Mecenate); Virgilio (citazioni da ecl. 1; 2; 10; g., soprattutto I, e Aen., soprattutto VI); Ovidio
A literary echo of the Declamations
luoghi di IRA che richiamano situazioni delle declamazioni di Seneca Padre; riproduzione (anche lessicale) di luoghi di contr. IV, 1 e IX, 2