Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Parole chiave: Fonti
Quellenforschung; intertestualità in Seneca
Due echi latini della Medea di Euripide. II Seneca, De ira III 41 e Eur. Medea 214 ss. La suggestione del personaggio tragico nell’analisi filosofica della passione
la ripresa in IRA III, 41 della terminologia di Eur. Med. 214, pur implicando un fondo di sentenziosità, è dovuta alla suggestione della psicologia di Medea, che, appoggiandosi all’opinione comune sulla vendetta, arriva a compiere uno scelus empio
Due note a Seneca tragico. I L’antroponimo Medea
S. adopera figure di suono e di significato, dimostrandosi più vicino all’arcaico Ennio che ad Euripide; il codice genera il messaggio anche a livello stilistico
Les echos liviens dans la “Phèdre” de Sénèque
parallelismi nel trattamento di questioni etiche nelle opere di Livio e di S.; corrispondenze terminologiche e loci communes; figura di Lucrezia anti-modello di Fedra
Aristotele e il De ira di Seneca
disamina di IRA in riferimento alle teorie aristoteliche sull’ira e le passioni
L’Iliupersis nell’Agamemnon di Seneca
il confronto tra l’Agamemnon di Eschilo e GMM fa emergere divergenze di due ordini, l’uno atti-nente al rinnovamento più o meno radicale dei caratteri dei personaggi, l’altro consistente nell’introduzione di situazioni, metodi e personaggi nuovi (Tieste, la nutrice, Strofio, Elettra, il secondo coro, Euribate, la visione di Cassandra); presenza in GMM di un recupero di valori troiani cari a Nerone, forse una sorta di captatio benevolentiae che dissimulava atteggiamenti negativi del filosofo nei riguardi dello stesso imperatore
La presenza di Virgilio nelle Lettere a Lucilio
il tono colloquiale di PST e l’uso di un lessico debitore del vocabolario poetico; i rapporti di S. con Virgilio e l’incontro sul tema della fugacità del tempo; sua concezione precristiana della vita
Sénèque lecteur d’Horace d’après les Lettres à Lucilius
esame dei rapporti con Orazio attraverso le poche citazioni esplicite e le numerose implicite presenti in PST; S. sembra non voler mai dimostrare chiaramente che conosce bene l’opera di Orazio
Seneca’s De Beneficiis I, 3, 1: harena sine calce?
uso del linguaggio metaforico per esprimere concetti di etica in BNF I, 3, 1; immagine tratta dalle arti plastiche; eco di Catul. 64, 73. 123. 247; allusione a Teseo, archetipo dell’ingrato; uso del mito: parallelismo Teseo : Arianna = Lesbia : Catullo; giudizio di Caligola sullo stile di S. in Suet. Cal. 53, 2
Una nota senecana (ad Marc. 11, 3)
in MRC 11,3 S. ha presente Cic. Tusc. I, 22, ma la definizione dell’uomo come corpus imbecillum et fragile sottolinea l’idea senecana della fragilità dell’uomo e non allude all’immagine ciceroniana del corpo come prigione e tomba dello spirito; eclettismo e autonomia di pensiero di S.
Seneca e Virgilio (ancora a proposito di ep. 86, 15)
individuazione da parte di S. di inesattezze relative alla coltivazione delle piante in Verg. g. I, 215-216; II, 58; giudizio di S. sulle Georgiche, considerate un’opera non didascalica, ma di poesia (Vergilius noster … non quid verissime, sed quid decentissime diceretur aspexit, PST 86, 15); contributo di S. alla storia dell’estetica latina: distinzione tra verum e decens; valutazione positiva della poesia che rappresenti il vero sul piano dei contenuti (BNF I, 3, 10. 4, 5); consonanza con le idee di Anneo Cornuto, Persio e Lucano relative alla poesia