Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Parole chiave: Etica
…corrumpunt corpora nostra. I balnea e la cura del corpo in Seneca e nei Padri
I balnea a Roma e la loro interpretazione moralistica in S. e negli scrittori cristiani (Tertulliano, Clemente Alessandrino, Gerolamo)
Le signe dans les Questions naturelles de Sénèque
Analisi dei corradicali signum (con i sostantivi affini indicium, nota) e significare nelle Naturales Quaestiones, inquadrati nelle problematiche della divinazione da un lato, dell’eziologia scientifica dall’altro, entrambe espressioni del sistema deterministico stoico.
Aspectos de los Vitia en la obra moral de Séneca
Studio sui vitia nelle opere morali di S. Analisi delle caratteristiche generali e applicate dei vitia, considerandone: 1. l’origine; 2. il luogo di manifestazione; 3. i comportamenti; 4. le conseguenze; 5. l’esempio di due vizi concreti, ira e ingratitudine. 1. il vizio non è innato; tuttavia l’uomo è propenso al vizio e ha bisogno di una guida per non cadervi; 2. la moltitudine aumenta il rischio di contagio del vizio, ma il luogo vero della sua formazione è l’animo; il vizio interessa tutti senza distinzione, in modi diversi; 3. i vizi spesso si presentano con apparenza di virtù, per occultamento e per ostentazione: quelli che teniamo nascosti sono i più gravi; 4. il vizio è contagioso, rende vili, crea disarmonia fra le persone, rende schiavi e non resta isolato (uno tende a generarne un altro); 5. l’ira è brevis insania: vizio gravissimo che non si può nascondere; l’ingratitudine è il vizio più diffuso, grave in quanto provoca disunione. Uno spazio è dedicato ai vizi “minori” nelle opere senecane: non c’è una casistica, e spesso si confondono con le virtù; per distinguerli si può fare appello ai criteri di coerenza e moderazione: dove c’è incoerenza o disequilibrio, indecisione, smoderatezza, c’è vizio; inoltre è vizio andare contro le norme di natura. Per combattere il vizio, S. propone un metodo preventivo: poiché è difficile estirparlo una volta che è consolidato, è meglio negarvi l’accesso; i mezzi con cui combatterlo sono diversi a seconda del tipo e delle circostanze: in generale vale appellarsi alla ragione e alla filosofia
Il tormentato otium dello stoico: Seneca, brev. 2, 3
Analisi dell’otium (politico e morale) in Seneca, a partire dal passo citato.
Il motivo della corsa a precipizio nelle Fenicie di Seneca
Il motivo della corsa caratterizza nelle Fenicie Edipo, così come l’incedere lento e sereno è proprio di Antigone: i due personaggi manifestano anche su questo piano la loro emblematicità sul piano filosofico, come simboli rispettivamente di stoltezza e saggezza.
Les ambiguïtés du personnage de Néron dans le De clementia de Sénèque
Analisi delle virtù elogiate in CLM (in particolare innocentia, clementia, misericordia), dalla quale si evince che Seneca interruppe la composizione dell’opera perché non poteva né proporsi come guida politico-filosofica dell’imperatore, né smascherare esplicitamente i suoi vizi
Temps et passions chez Sénèque
La lotta contro le passioni e il controllo del tempo sono due punti cardinali del pensiero di S.; rapporto fra tempo e passioni in IRA: l’eliminazione delle passioni sarebbe necessaria per il conseguimento della sapienza, ma esse costituiscono una parte essenziale della vita umana; il comportamento del proficiens di fronte alle passioni
Women’s role in the home and the state. Stoic theory reconsidered
Studio sulla concezione stoica delle donne nella società. Attraverso un’analisi degli scritti dall’antica alla tarda stoà, si giunge alla conclusione che, sebbene gli stoici (p. es. S.) abbiano affermato che le donne hanno la stessa capacità di giungere alla virtù degli uomini e possono come loro trarre beneficio da un’adeguata istruzione, specialmente filosofica, da ciò non consegue che esse debbano avere nella vita reale gli stessi diritti e doveri degli uomini, né che possano partecipare alla vita politica; perciò bisogna concludere che stoicismo e femminismo sono incompatibili
La metamorfosi del tempo al termine della vita (Sen. Brev. vitae 3,2-3 e Tomasi di Lampedusa)
Dapprima si analizza il cap. III del BRV, mettendo in luce il percorso attraverso il quale il senex perviene alla presa di coscienza della metamorfosi del tempo, che si contrae in pochi attimi veramente vissuti, e del conseguente paradosso che la morte giunge ‘prematura’; in seguito si studia la morte di Don Fabrizio nel cap. VII del Gattopardo, evidenziando analogie e differenze con il trattato di S. Tra le differenze, il modo di giungere alla ‘computazione’ del tempo realmente vissuto: S. procede negativamente, espungendo il tempo ‘non vissuto’, mentre Tomasi procede positivamente, cercando gli attimi ‘vissuti’; ciò dipende dal fatto che in Tomasi non vi è un saldo principio filosofico a sostenere l’esistenza, ma lo spreco è la norma, e gli attimi vissuti una rara eccezione. In tal modo si giustifica il tono sarcastico di S., in opposizione all’alone tragico che circonda Don Fabrizio