Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Parole chiave: Esegesi
Anche antropologica, narratologica e relativa alla cultura materiale; commenti ai testi
Echi senecani nel “Commento ai Salmi” di Ambrogio
La presenza delle opere di S. in Ambrogio, Explanatio Psalmorum XII ed Expositio Psalmi CXVIII; il tema del furor, dell’ira e della patientia
Ricerche sulla natura
Edizione delle NTR con introduzione, nota critica sulla tradizione del testo, testo originale con apparato critico e commento dell’opera. Introduzione su che cosa sia la scienza per S., il contenuto dei libri del NTR, i rapporti dell’opera con i modelli greci, il linguaggio “drammatico” delle NTR, la fortuna dell’opera dall’antichità all’epoca moderna; Nota al testo sulla tradizione manoscritta, ordinamento dei libri, principali edizioni, criteri dell’edizione presente
Temps et passions chez Sénèque
La lotta contro le passioni e il controllo del tempo sono due punti cardinali del pensiero di S.; rapporto fra tempo e passioni in IRA: l’eliminazione delle passioni sarebbe necessaria per il conseguimento della sapienza, ma esse costituiscono una parte essenziale della vita umana; il comportamento del proficiens di fronte alle passioni
The Literary Tradition of the locus horridus in Seneca’s Thyestes
Analisi di tutti i passi del Tieste con descrizioni di paesaggi o architetture, delle loro fonti (in particolare Ovidio, Virgilio, Omero), delle riprese lucanee, e dei loro eventuali referenti storici (ad es. la domus aurea di Nerone).
Fra le ‘maledizioni’ di Medea (Sen. Med. 17-25)
Esegesi dei versi 17-25 della MED (con difesa del testo tràdito al v. 19). Medea invoca per i suoi nemici la pena inflitta a lei: a Creonte la morte, poiché la voleva giustiziata, a Giasone l’esilio, perché a questo l’ha condannata (e l’esilio, per Medea, è male peggiore della morte); inoltre Giasone deve soffrire di ciò che affligge lei, cioè l’isolamento degli affetti: soffrirà la nostalgia della moglie e dei figli, destinati a essere come il padre e la madre, e sarà odiato e rifiutato, anche nei luoghi a lui noti. In particolare, il v. 19 è da intendersi: “il male da augurare allo sposo è qualcosa di peggio, per me, della morte: viva etc.” (è sottinteso sicuramente leto; a giustificazione del forte rilievo di mihi, forse è da sottintendere est)
Reading Seneca. Stoic Philosophy at Rome
Inwood prende in esame dal punto di vista filosofico alcuni fra i più importanti temi trattati da Seneca (dalla volontà al dualismo psicologico, dalla libertà all’autoanalisi, dalla felicità all’opposizione saggio/stolti), limitandosi all’analisi dei testi in prosa in quanto le tragedie vengono considerate, a questo riguardo, dipendenti da essi. Dalle osservazioni dell’autore emerge un Seneca molto legato all’ortodossia stoica (e piuttosto lontano dal platonismo), cui aggiunge lo stile inimitabile e l’elemento tipicamente romano (la tendenza alla praticità e alla concretezza).
Colloquio su Seneca
Interpretazione del v. 59 del Tieste (et quando tollet?…) con soggetto Atreo e oggetto la dextra, fondata sui rapporti intertestuali con Seneca padre (contr. 2, 3, 19) e con altre opere senecane, dall’Agamemnon (Clitennestra) alla Phaedra, al De ira (Caligola, confrontato con la testimonianza di Svetonio).
Il cielo e il soffitto. Speculazione filosofica e realtà romana nell’epistola 90 di Seneca
L’invito alla contemplazione e la critica al lusso nell’epistola 90 di Seneca sono radicati nella realtà romana del tempo, in particolare nella contrapposizione fra dimore primitive e lusso contemporaneo, e dunque fra la contemplazione del cielo e quella dei soffitti a cassettoni. Seneca rappresenta fedelmente i palazzi di allora (forse addirittura la Domus aurea), con sapiente uso dell’allusione letteraria (le abitazioni umili sono descritte nel § 10 riecheggiando l’episodio ovidiano di Filemone e Bauci, met. 8, 632-636: 644-646; le bellezze del cielo sono definite nel § 43 “sparsa miracula” come in Ov. met. 2, 193)