Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Parole chiave: Critica testuale
Seneca, Troades 1109-1110
in TRD 1109-10 mantenere teget dei mss.
Seneca, Medea 652-669
note esegetiche a MED 652-669: in MED 659-660 leggere Nauplius praeceps patrioque pendet / crimine poenas; i luoghi della poesia latina da Virgilio in avanti in cui Oileus è usate per distinguere l’Aiace minore; il ruolo di Aiace Oileo in MED.
The authenticity of Seneca, Thyestes 336-338
interpretazioni di THS 336-338: drammaticità; rappresentabilità di TRG; THS 336-338 sono autentici.
Marginalia ad Senecae epistulas
pubblicazione di correzioni di B. Axelson a PST e di osservazioni marginali su proposte altrui, contenute nella copia dell’ed. OCT di PST appartenuta ad Axelson.
Per il testo dell’Octavia
riflessioni sugli interventi al testo di CTV proposti da O. Zwierlein (1987.9 ); le tipologie d’errore nei mss.; segnalazione degli interventi non ritenuti necessari e delle espressioni da mantenere o preferire: CTV 18 (lux); 34 (facili bono); 49 ([quem] secreta); 114 (scelerum[que] capax£que$); 232 (infestam facem); 415-416 (sulcare terram, laesa quae fruges suas / interius, alte condidit sacro sinu); 461 (respectu£m$ ensis faciet); 503 (£T$antum cruoris Roma non vidit sui); 558-559 (armat et telis manus / arcusque sacros); 590-591 (et ipse populi vota iam pridem moror / cum portet utero pignus et partem mei); 654-655 (non ego saevi cernere cogor / coniugis ora); 676 (fregit claros quae saepe duces); 740 (infestus vigor); 760 (£En$ vota pro me suscipe); 794-795 (quaecumque claro marmore effigies stetit / aut ora fulgens, ora Poppeae gerens); 952-953 (cui licuit regnum in caelum / sperare); note esegetiche a CTV 18-20, 34-35, 46-50, 114 e 152-153; Appendice 1: in margine all’edizione Giardina (1966.5 ), in 36-37 mantenere latentis al posto di labantis, in 52-53 leggere immitis al posto di mittit, in 133 poscit al posto di captat, in 134-136 emergere umbris, in 179-180 labentem al posto di labantem; Appendice 2: ancora in margine all’edizione Zwierlein in 173 mantenere flamma fervens, in 175 non vires dedit, in 231-234 aeterna
Unruhiger Schlaf. Zu Hercules Oetaeus 644-47
confutazione della correzione texta a HOE 647 proposta da B. Axelson: mantenere il tradito tecta.
Assario and the Tristionias, ghosts to be laid in Seneca’s Apocolocyntosis 11.2
Proposta di emendatio in LDS 11, 2: “tris, non Assaraci natione” al posto di “Tristionias, Assarionem”
Die Exempla Diversorum Auctorum und die sogenannten Seneca-Epigramme
Analisi del manoscritto citato, che conserva alcuni versi degli epigrammi attirbuiti a Seneca.
Contributi di critica testuale: da Catullo alla “Historia Augusta”
Silloge di contributi di critica testuale apparsi nell’arco di 30 anni nelle riviste “Museum criticum” et a., con l’aggiunta di due interventi originali; i contributi, divisi nelle categorie “Poeti” e “Prosatori”, riguardano Catullo, Orazio, Virgilio, Properzio, Ovidio, S. (4 articoli), Varrone, Petronio, Apuleio, Vita Commodi, Porfirione. Si dà il riassunto dei contributi su S.: GMM 429: forse “aerata” al posto di “aurata”; TRD 797: forse “terens” al posto di “tenens”; TRD 195-99: proposte di emendatio per “alta nocte divisit”; MED 19: proposte di emendatio per “mihi peius”; MED 249: “te iam” al posto di “terram”; PHD 335-36: in difesa delle lezioni “pervius” e “rex” di E contro “caerulus” e “grex” di A; HOE 318: “Argea” al posto di “angor” e “rogos” dei codd.; HOE 1459-60: proposte di emendatio per “recte dolor es” o “ceci dolores” dei codd.; NTR II 26, 5: “vasti” al posto di “usti”; VI 1, 13: “informis” al posto di “infamis”; VI 7, 3: “non una” al posto di “omnis”; VI 21, 1 difesa del tradito “nobis” e “evexerit” al posto di “vexerit”; VI 27, 4: difesa del tradito “quo propiora”
Fra le ‘maledizioni’ di Medea (Sen. Med. 17-25)
Esegesi dei versi 17-25 della MED (con difesa del testo tràdito al v. 19). Medea invoca per i suoi nemici la pena inflitta a lei: a Creonte la morte, poiché la voleva giustiziata, a Giasone l’esilio, perché a questo l’ha condannata (e l’esilio, per Medea, è male peggiore della morte); inoltre Giasone deve soffrire di ciò che affligge lei, cioè l’isolamento degli affetti: soffrirà la nostalgia della moglie e dei figli, destinati a essere come il padre e la madre, e sarà odiato e rifiutato, anche nei luoghi a lui noti. In particolare, il v. 19 è da intendersi: “il male da augurare allo sposo è qualcosa di peggio, per me, della morte: viva etc.” (è sottinteso sicuramente leto; a giustificazione del forte rilievo di mihi, forse è da sottintendere est)