Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Opera citata: TRD
Troades
Seneca tra filosofia e poesia
Non esiste incompatibilità tra Seneca filosofo e drammaturgo, l’uno indica all’uomo come dovrebbe essere, l’altro lo fa agire così com’è; il problema etico rappresenta il filo conduttore dell’opera senecana; si sostiene la rappresentatività delle tragedie senecane: il pubblico, abituato a spettacoli cruenti, poteva assistere a delitti portati sulla scena; apparenti difficoltà di messa in scena potevano essere superate con artifici tecnici a cui allude lo stesso Seneca (PST 88, 2)
La voce dell’inconscio (Sen. Thy. 920-969)
Commento linguistico, stilistico ed esegetico a THS 920-969 (monodia di Tieste, in cui il personaggio, ebbro di vino, si lascia andare in un canto festoso ma pieno di oscuri presagi). L’A. sottolinea la conflittualità psichica del momento, accentuata dal metro anapestico
Il dolore di Ecuba (Sen. Troad. 1062). Alla ricerca di un’esegesi perduta
Sull’interpretazione di quisquis est Hecubae est miser (TRD 1062). A differenza della maggior parte dei traduttori e commentatori moderni, che intendono Hecubae genitivo riferito al primo est, l’A. ritiene più esatto riferirlo al secondo est, con miser in iperbato, o, meglio, come dativus incommodi, in parallelo con il mihi della frase che precede (mihi cuncta pereunt)