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Seneca tra filosofia e poesia

Argomenti:

Non esiste incompatibilità tra Seneca filosofo e drammaturgo, l’uno indica all’uomo come dovrebbe essere, l’altro lo fa agire così com’è; il problema etico rappresenta il filo conduttore dell’opera senecana; si sostiene la rappresentatività delle tragedie senecane: il pubblico, abituato a spettacoli cruenti, poteva assistere a delitti portati sulla scena; apparenti difficoltà di messa in scena potevano essere superate con artifici tecnici a cui allude lo stesso Seneca (PST 88, 2)

Testo in latino: No
Rivista: Sil
Numero rivista: XXVIII-XXIX
Anno rivista: 2002-2003
Pagina rivista: 119-144
Codice scheda: 2003.37
Parole chiave: Etica
Opere citate: CLM I, 1; I, 1, 2; I, 4, 1; I, 5, 2; I, 5, 7; I, 7, 1-2; I, 10, 3; I, 19, 1; I, 19, 5; II, 7, 3; DLG; DPS 8-13; 703-704; 980 ss.; GMM 53 ss.; 60 ss.; 71-79; 101-104; 131 ss.; 242-243; 270 ss.; 604 ss.; HFU 125 ss.; 197 ss.; 251 ss.; 329 ss.; 1300 ss.; 1316-1317; 1740 ss.; HLV 8,5-6; MED 221-222; 331-332; NTR V,18,7; PHD 177 ss.; 496; 517-521; 550 ss.; 1267-1268; PHN 645-647; 654; 659; 664; PST; THS 205-207; 213-214; 261-262; 312-313; 344 ss.; 394; 398; 402-403; 404 ss.; 412 ss.; 453 ss.; 470; 704-745; 776 ss.; 789 ss.; 885 ss.; TRD 1 ss.; 22 ss.; 46 ss.; 270 ss.; 999 ss.

La voce dell’inconscio (Sen. Thy. 920-969)

in La lyra e la libra (tra poeti e filologi)
Argomenti:

Commento linguistico, stilistico ed esegetico a THS 920-969 (monodia di Tieste, in cui il personaggio, ebbro di vino, si lascia andare in un canto festoso ma pieno di oscuri presagi). L’A. sottolinea la conflittualità psichica del momento, accentuata dal metro anapestico

Collana: Testi e manuali per l'insegnamento universitario d
Editore: Pàtron editore
Testo in latino: No
Luogo: Bologna
Codice scheda: 2003.30
Parole chiave: Esegesi, Lingua e stile, Mito
Opere citate: DPS 179; 981; GMM 469; HFU 1112; 1220-1221; 1334; HLV 1, 6; 10, 1; IRA I 20, 2; II 1, 1; LDS 12, 2, 1; MED 765-766; MRC 1, 7; 5, 5; 5, 6; 12, 1; 22, 1; NTR IVb 4, 1; VI 32, 1; PHD 206-207; 634; PLB 4, 1; 18, 9; PRV 2, 9; 3, 2; PST 17, 6; 17, 12; 24, 13; 37, 2; 46, 5; 52, 12; 58, 41; 71, 25; 71, 26; 76, 24; 87, 40; 101, 15; 107, 2; THS 18-19; 192; 261-262; 270; 283; 303; 324; 345; 391-392; 418; 420; 423; 425-426; 434; 444-445; 447; 507; 615-616; 670; 701-702; 920-969; 985-986; 1000; TRD 1-3; TRN 2, 14; VTB 1, 4; 26, 8
Note: Articolo già apparso in Auf XIV, 2000, 59-76

Il dolore di Ecuba (Sen. Troad. 1062). Alla ricerca di un’esegesi perduta

in La lyra e la libra (tra poeti e filologi)
Argomenti:

Sull’interpretazione di quisquis est Hecubae est miser (TRD 1062). A differenza della maggior parte dei traduttori e commentatori moderni, che intendono Hecubae genitivo riferito al primo est, l’A. ritiene più esatto riferirlo al secondo est, con miser in iperbato, o, meglio, come dativus incommodi, in parallelo con il mihi della frase che precede (mihi cuncta pereunt)

Collana: Testi e manuali per l'insegnamento universitario del latino 76
Editore: Pàtron editore
Testo in latino: No
Personaggi: Ecuba, Ulisse (Odisseo)
Luogo: Bologna
Codice scheda: 2003.29
Parole chiave: Esegesi, Mito
Opere citate: TRD 269; 500-501; 613-614; 1060-1062
Note: Articolo già apparso in Maia LI, 1999, 278-295, completato da un addendum