Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Autore: Traina, Alfonso
“L’aiuola che ci fa tanto feroci”. Per la storia di un topos
esegesi, fonti e funzione di Dante, par. XXII, 151 (“l’aiuola che ci fa tanto feroci”); storia del topos della veduta “astronautica” a partire dall’antichità, con riferimento a Plat. Fed. 109b; Cic. somn. 16; NTR I, praef.; Boeth. cons. II, 7, 5); rivalutazione della posizione di S. nella storia di tale topos e nei suoi rapporti con Dante. Personaggi: Boezio; Cicerone; Dante; Platone
Alfieri traduttore di Seneca
Sulle traduzioni di Alfieri di MED, PHN, THS. Le traduzioni dell’Alfieri sono orientate sul mittente, cioè fungono da esercitazione per chi traduce (legittimazione degli arbitri). Alfieri compie un’operazione di ritaglio da S., poi con la traduzione crea un testo unico: parte da un S. già alfieriano; al taglio del testo latino corrisponde l’amplificazione nella traduzione italiana, per visualizzazione, patetizzazione o esegesi dell’originale. I concetti sono esemplificati con l’analisi di esempi dalla MED. Per certi tratti lo stile delle traduzioni anticipa quello delle tragedie alfieriane (soprattutto nei versi lapidari ed epigrammatici): esempi dalla MED e dalle PHN
Ancora sulle “litanie del sonno”
tre brevi integrazioni all’indagine su HFU 1068-1072 di 1967.73
Attonitus nelle tragedie di Seneca
attonitus passa in S. dalla sfera sacrale a quella della vita interiore; il termine mantiene i propri valori ed è un esempio della libertà e dell’audacia semantica di S. tragico
Due note a Seneca tragico. I L’antroponimo Medea
S. adopera figure di suono e di significato, dimostrandosi più vicino all’arcaico Ennio che ad Euripide; il codice genera il messaggio anche a livello stilistico
Due note a Seneca tragico. II La “fiducia” di Tieste
proposta di interpretazione e traduzione di THS 961-964
Due note al De brevitate vitae (1, 1 e 18, 5)
in BRV 1, 1 S. imita Sal. Iug. 1, 1; in 18, 5 leggere si quis inferis sensus est, hoc gratissime ferens, quod ducebat, populo Romano superstite, septem aut octo certe dierum cibaria superesse
Forme riflessive nelle tragedie di Seneca
Studio linguistico: analisi delle forme verbali riflessive nelle tragedie di S., per valutarne la consistenza, l’originalità e il significato (partendo dal presupposto che nella prosa S. ne fa un uso cospicuo e caratteristico come “linguaggio dell’interiorità”). Le forme sono divise in categorie (verbali e nominali, quelle verbali in dirette e indirette) e analizzate, inserendole in un quadro stilistico e corredandole di riferimenti ad altri passi di S. e ad altri autori. Si conferma il prevalere del riflessivo sul mediopassivo nella lingua latina e la preferenza di S. per questo strumento; sul piano stilistico, le forme riflessive rivelano un ripiegamento dei personaggi senecani sull’abisso della propria anima
Forme riflessive nelle tragedie di Seneca
Il dolore di Ecuba (Sen. Troad. 1062). Alla ricerca di un’esegesi perduta
Oggetto di esegesi è l’emistichio quisquis est Hecubae est miser, ove Hecubae viene comunemente interpretato come genitivo determinante est (chiunque è di Ecuba, è infelice); si propone di interpretare Hecubae come dativus commodi riferito a est miser, e si tradurrebbe: “chiunque è misero, lo è a danno di Ecuba”
Il dolore di Ecuba (Sen. Troad. 1062). Alla ricerca di un’esegesi perduta
Sull’interpretazione di quisquis est Hecubae est miser (TRD 1062). A differenza della maggior parte dei traduttori e commentatori moderni, che intendono Hecubae genitivo riferito al primo est, l’A. ritiene più esatto riferirlo al secondo est, con miser in iperbato, o, meglio, come dativus incommodi, in parallelo con il mihi della frase che precede (mihi cuncta pereunt)
Introduzione
introduzione di carattere generale al pensiero di S.; analisi della bibliografia su S.
L. ANNEO SENECA, Medea, Fedra, testo latino a fronte a cura di Giuseppe Gilberto BIONDI, traduzione di Alfonso TRAINA
tradizione ms. e struttura di TRG; introduzione sul rapporto tra etica ed epica in TRG; testo di MED e PHD con traduzione italiana a fronte e alcune note di commento a piè p.